La quistione romana nell'Assemblea francese

92 LA QUISTIONE RO!I'lANA si contiene la forma costituzionale cui è piaciuto chiamar propriamente la libertà politica. Il nostro Governo non dimandò quella forma; e gli intelletti più svegliati e più pratici stan bene in forse sul se una tal forma di cosa pubblica, che tende a sostituire l'opinione della maggioranza a quella del sovrano, stan, dico, in forse se un atal forma possa comporsi col potere pontitìcalc, che deve per converso essere l'i~spirazione personale del sovrano. Ripeto: io ne son forte dubbioso come ne sono tutti ; ma non ci è ragione di discutere questo punto, in quanto il nostro .governo non ha creduto opportuno il domandarlo. Ma se questa libertà politica si eccettui, tutte le libertà considerevoli, pratiche, reali si accludono nel Mo tu proprio. Se ciò si nega, credo che sia per manco di pesatezza nel considerarlo. Aggiungete che i reclami recati per ottenere un governo rappresentativo debbono essere considerati come effetto di questo, che dall'elezione di Pio IX il suo governo non ha giammai operato con iscioltezza, giovandosi dei miglioramenti che già vi si erano introdotti. La rivoluzione con una perfidia portentosa ha colto l'istante in cui gli abusi riformati già in diritto, non aveano potuto ancora cessare nel fatto, per averne destro d' investire ìl governo di Pio IX e per fare su quello pesare i rimproveri degli sconci cui esso avea gia riparato. Ma quando il caldo della rivoluzione avrà rimesso, e gli spiriti saranno acquetati, io son sicuro che un voto pubblico e reale della forma rappresentativa non si mostrerà neppur quanto possabastare per prenderlo in considerazione e sul serio. Per ciò che riguarda la secolarizzazione del governo, questa per essere al tutto sicura dovrebbe essere esclusiva; maallorapermettetemi cheio l'appelli una cosa

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