La quistione romana nell'Assemblea francese

NELL' ASSRl\lBLEA FRANCESE. 85 due parole dal triumviro : Ai difensori della Repubblica, questa largisce terre, 1'icchezze ed onori; agl' indiffe1·enti l'infamia, ed ai tradito1'i la mo?'te l UNA vocE, a diritta. Oh l vedete l ed essi medesimi non finiscono di tribolarci per abolire la pena di morte. M. TnumoT. Forse che godevano libertà i possessori di oggetti preziosi? Eccovi anche un decreto che li obbliga, sotto severissime pene, a consegnare gli oggetti posseduti a non so che agenti o bargelli del comune, investiti del diritto di fare visite e perquisizioni domiciliarie; il qu.al diritto si esercitava con uno zelo così universale, che il triumvirato medesimo pubblicò una serie di decret.i per assicurare i cittadini, cioè a dire, per premunirli contro le pretensioni dei visitatori di buona volontà. Credereste ? neppure per la guardia civica può dirsi che fossevi libertà. Io medesimo ho letto in una lettera di Roma, che essa guardia, il dì innanzi all' entrata del Garibaldi in Roma, volea aprirne le porte ai Francesi, ma non le fu dato; e~ ho ragione di aggiustar fede alla narr~zione, in quanto il Condottiere genovese, entralo appena, Jisanpa la guardia, le toglie i fuci li a percossa, col pretesto di loro sostituirne degli altri a scaglia. Quindì, per un' astuzia consueta ai governi alquanto enfatici, visto che la guardia nazionale ha poca voglia di battersi, si pubblica un decreto portante che essa, ardente di difendere la Repubblica, è in particolar guisa destinata a tutelare le case, non garantite , s' intende, dall' anarchia, per farla restare nei propri quartieri coll' arma al braccio. (Sorriso di approvazione a diritta.) N è più liberi della guardia nazionale erano i reggimenti di linea ; ho contezze sicure che essi si erano associati a 8

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