Partito repubblicano italiano - Un programma non una favola

ziamento di più di cento miliardi ogni anno da parte dello Stato, destinati ad investimenti nell'Italia del Sud: così essi hanno inteso operare per il miglioramento delle condizioni di vita del popolo meridionale, le cui esigenze furono per ottanta anni ignorate dalla monarchia ed eluse dal fascismo. Tale opera per migliorare la situazione delle cosidette aree depresse, pe.r svilupparne l'economia, per creare lavoro va approfondita e continuata. Ciò costituisce un grande problema nazionale, perchè il benessere di tutte le regioni d'Italia e la tranquillità sociale sono condizionati dal progresso e dallo sviluppo economico · del Mezzogiorno. Allo stesso modo quando i repubblicani hanno sostenuto ed attuato la politica per la « liberalizzazione degli scambi », ossia per eliminare gli ostacoli alla libera importazione ed esportazione dei beni e per ridurre i dazi e le dogane, ·essi hanno agito in difesa dei consumatori, ossia dei milioni di cittadini italiani, i quali sono sempre i primi a sentire le conseguenze di ogni politica di protezionismo economico che sviluppa i «monopoli», ne aggrava le conseguenze e perpetua le posizioni di privilegio. Questi sono esempi di un'azion~ politica concreta. La sitqazione richiede ormai (anche per di · fendere e incrementare i risultati delle iniziative economiche di cui abbiamo parlato qui sopra) un coordinamento generale dell'azione di politica economica dello Stato. Perciò i repubblicani chiedono che, dopo tanti rinvii, la prossima legislatu- . ra sia dedicata alla realizzazione di un pi~no per lo sviluppo . del reddito e dell'occupazione che è il problema pregiudizia-· l·.l per costruire una società ordinata e giusta in . Italia. Su questo problema (in Italia i disoccupati e i sottoccupati sonò ancora due milioni) si misura il senso di responsabilità dei partiti e dei cittadini. La meta effettiva della politica economica della Repubbli.., ca deve essere infine, secondo i repubblicani, quella di estendere e realizzare le grandi riforme di struttura, ossia quelle riforme destinate a combattere l'arretratezza dei ceti popolari, ad eliminare le disparità sociali. 1 l

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