Gaetano Salvemini - Dal Patto di Londra alla Pace di Roma

- LVIII - , Quando final111entela,vittoria arrivò, Sonnino si trovò con l'Austria srnernbrata e la Germania ridotta all'impotenza. La n1anovra da lui progettata per le trattative di pace ·_ ~ilanciarsi fra l'Intesa e il blocco austro·- gern1anico · strappando di qua e. di là una larga messe di territori coloniali, ed all~andosi pel dopo guerra con c:hi avesse garentito lG conquiste più larghe - quella 1nanovra era saltata per aria. E di fronte a lui e'erano i diplornat~ci f ranc~si e britannici, che avevano capito. il gioco, lo avevano tollerato durante la guerra perchè p~,r vincere av.evano bisogno della carnei da cannone jtaliana, ma finita la guerra con la vitt,oifia completa, non avevano più nulm da temere dalle tortuosità sonn1n1ane. Allora toccò ai diplomatici inglesi e francesi ricor- , darsi che gl'italiani erano stati alliés p,our le momen:t. Finita la guerra, l'alleanza era sciolta. Ohe cosa · pretendevano ora gli ex alleati italiani? Il Patto di Londra aveva assicurato Joro una certa dose di territori austriaci; un sUiccesisivioPatto di San Giovanni di Mariana aveva riserv~to al Governo italiano una data zona dell'Asia Minore. Queste obbligazioni - dicevano gli' ex-alleati·- sarebbero state mantenute, salva a Sonnino la cura di ottenere il consenso di Witson. Per tutto il resto, piena libertà d'azione. .Se gli italiani non fòssero stati contenti, si alleassero con la Ger,mania. A corsa.ire corsa.ire et demi. La fur- . beria sonniniana si riyelava per quieUloche era: era ~ la furberia degli sciocchi, i qu\ali credono sè soli furbi, e tutti gli altri sciocchi. Chi vuol comprendere gl'insuccessi, che Sonnino racoolse nel Congresso della pace, 8jblioteca Gino Bianco

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