Gaetano Salvemini - Dal Patto di Londra alla Pace di Roma

-. XV- " Oggi,. svanito - e coipe·tragi 1 o~menlte ! - il miraggio della ri.voluzione importata dall'Oriente, iJsocialisti ita- • i liani più., colti -e più s~ri hanno lasciato i comunisti e i massimalisti a ripetere le v·ecchiieigiaculatorie· sulJa inev:itabilità della ·guerra e S,ttlla possibilità~ della pace in regi1 mle capitalistico; hanno ripreso il contatto con là realtà di ogni giorno; sono desiderosi· di Iavorar'e per · cor~eggere i trattati ~ e per assicurar meglio la pac~· contro le mariovre nazionaliste, senza a_spettare H (( tra- " m_qnto della società boi·ghese )). Quanto più efficace e · piit utile sàrebbe ·stata la lorb volontà, se l'avessero applicata sei ~inni or sono, affinchè fossero evitati gli . I errori e le perfidie dei ti:,attati, anzi che impii'egarl'aoggi . ad ottenere che siano faticosamente riparati·!'. II. Tr.lpllclsmo lmper1a·11sta .. è trllpllcls-mo nautralls,_·ta. i 'l Alla notizia dell'ultimatum austriaco alla Serbia,' i nostri nazionalisti inizìaiiono immediatamente la propaganda dei comizi per l'interv~nto a fianco degl'Imper'i ' ' . .centrali. Les_truppe italiane cominciarono a concentrarsi ' , Vierso 1 la frontiera francese. E se pritna di lanciar,e· ~- l' ultirnati-tn1 alla ~Serbia, i Governi di Be'rlino e dì Vienna si' fossero\ a·Clcor.d~ticon quello di Rom~, promette11- , dogli il Tr,entino e una congrua partecipazione ai pro- , fitti coloniali della vittoria~ è òerto che la grandissima m1 aggioranza, non del popolo italiano, mcl:degli" uomini ' v' Biblioteca Gino Bianco , ·

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