Gaetano Salvemini - Dal Patto di Londra alla Pace di Roma

- - XIY - responsabilità dei socialisti italiani nei dieci anni fortunosi che abbiamo finora attraversati? Se invece di condannare apocalitticamente qualunque partecipazione I . alla guerra in attesa di una rivoluzione internazionale che non doveva venire, i socialisti italiani avessero seguito Leonida Bissolati, accettando l'intervento a. condizione eh.e a.vvenisse col programma di Bissolati) le cose non avrebbero potuto prendere un'altra piega? E anche se non avessero voluto abbandonare durante la guerra il principio della neutralità e del pacifismo assoluto per una incrollabile fedeltà alle loro dottrine tradizionali, - che pur avevano la loro linea logica e mo1 rale, - non dovevano essi, a guerra finita, affrontare positivamente i probl:emi della pace? Perchè non ap- -profittarono della crisi post-bellica, che durante due buoni anni 'li rese onnipotenti, per sorvegliare l'opera dei diplomatici e dei militari raccolti a Parigi, ed esigere che la pace non fosse un tradimento di tutte le promesse fatte nella guerra? Era, inveoe, più facile disinteressarsi a priori di tutto quanto a Parigi si stava fucinarido; fare gli sberleffi a Bissolati, che lottava ·disperatamente nel 1919 contro i '- nazionalisti, anzi combattere Bissolati come il peggiore , dei nazionalisti; aspettare che la rivoluzione internazionale e la pace perpetua arrivassero dalla Russ:ia senza sforzo di pensiero e senza sacrificio di sangue in chi le aspettava; fare intanto molti scioperi per la conquista di più alti salari, fare comizi elettorati ·per la conquista di molti seggi alla Camera dei deputati, e lasciare il terreno libero ai diplomatici e ai militari. E questi dopo aver fatto a modo loro la guerra, fecero a, ·modo loro la pace. Biblioteca Gino Bianco

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