Gaetano Salvemini - Dal Patto di Londra alla Pace di Roma

I I \ . ' \ I , . tJ.' . 1 I ' E· il signor R.istic: , I • . . << Noi certamente non fa remo questione di cinquanta chifometri di più o ·meno,. se j1 confine sia a Trieste, o a Zara, o a Spalato, o a c·attaro, o a Durazzo. Im~ porta l'accordo, la difesa co11:troil ·comune pericolo)). (Nuova: Antologia, 1° agosto· 1916, pag. 342). Invece, che cosa abbia1no fatto? Abbiamo per1nesso a una mezza dozzina di fanatici / ~ intriganti dal cerveUo di passero, di piantarsi nelle , ' ,I redazioni dei giornali o negli uffici della propaganda all"estero, a insultare in tutte le maniere gli slavi, a pre:..- tendere tutte le coste dell'Adriatico orientale, a minac-· ciare persecuzioni çontro i capi dei partiti slavi per il gi:orno della c9nquista italiana, a vitupe~are come spie dell'Austria tutti gli slavi profughi e ~ondannati dall'Austria, a proclamare che. il problema della Dalm~zia è per l'Italia un problema coloniale, a negare che esista in Slovenia e in Ci-oazia un sentimento nazionale, ·a· negare çhe Slovenia, .Croazia, Bosnia, . Serbia, Mor).tenegro. po~sano mai federarsi in uno Stato nazionale · senza prov9care la opposizione dell'Italia; a fare, insomma, tutto quello che era possibile per indebolire il. movimento slavo irredentista, e respingere verso il trialismo il g_ruppo intermedio. Così si faceva fra gli Slavi del Sud il g.iooo dell'Au- , stria. E questa ha potuto far ·predicare in Croazia e in , . Slovenia e in Dalmazia, che_ il nem_ico peggiore degli Slavì non è l'Austria, ma è l'Italia; e l'Intesa è com-· I plice del!'Italia nel voler soffocare gli Slavi; e perciò \ Bibl'ioteca Gino Bianco • I I ' ' r ,

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