Gaetano Salvemini - Dal Patto di Londra alla Pace di Roma

- XII - · voler essere elementi attivi nella politica medieuropea e nella politica mediterranea, essi non potevano, da un morµento a.11' altro, ritirarsi con1e la chiocciola nel proprio guscio, e rimanersene immobili e silenziosi in attesa !che cessasse intorno. il rumore delle armi. Bisogna poi ricordare eh~ per trentadue anni· il Go~ v,erno italiano era' stato ailleato con gl'Im.pe.ri centrali nella Triplice Alleanza : per conseguenza la neutralità italiana era considerata in Germania ie in Austria come un tradimento degno di vendetta esemplare. D'altra parte, quei precedenti triplicisti rendevano sospetta la neutralità italiana ai Governi della Intesa: per conseguenza, questi, durante tutta la lunghissima guerra~ avrebbero chiuso l'Itali)a neutrale in un reticòlato di preoauzioni militari ed economiche, da cui sarebbero 1 ·sorti pericolosissimi incidenti giornali~ri. Si prendano in considerazione, finalmente, le abitudini sediziose, che han11rosempre deliziato la vita pubblica della nostra cara patria. E si dovrà riconoscere . . \ , che la neutralità assoluta, proclam~~a dal Mussolini nell'agosto del I 9 r4, rispondeva bensì alle teorie del socialismo internazionalista e rivoluzionario rigidament,e e semplicisticamente interpretato, m,a avrebbe prodotto,' fra ·il 1914 e il 1918, la totale disorganizzazione spirituale della nazione italiana. Invece dell'intervento ~taliano nella guerra, avremmo avuto nell'Italia ne-tiitraleuna lotta interna., s.empre più aspra, fra rieutralis.ti e interventisti; gli agenti degl'Imperi centrali e qùelli della T ti plice Intesa avrebber·oi esasperato questa irosa battaglia; il disordine degli spiriti, che produsse, la crisi del maggio 1915, sar,ebbe divenuto Biblioteca Gino Bianco

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