Gaetano Salvemini - Dal Patto di Londra alla Pace di Roma

r ' I I . ' ... I' - 58- I che nella nuova colonia l'Italia dovrà tenere alla catena od espellere la classe intellettuale slava, e potrà italiani,zzare in pochi anni il contadiname slavo, e dovrà aizzare i contadini cattolici contro i contadini ortodossi . per raggiungere meglio lo scopo, e dovrà fare in modo ,che la Serbia non oltrepassi il Narenta, e la Bosnia le sia così negata~ e dovrà opporsi alla unione fra Montenegro e Serbia, fra Croazia e Serbia, e dovrà ten~rsi a1nica dei bulgari e dei magiari. . E sono stàti proprio i Cipplco, i Dudan, i Tamaro, che avevano importate queste idee austriache in Italia, coloro che la « Dante Alighieri )) e l'Ufficio informazioni hanno prescelto perchè fac.essero la propaganda in Francia e in Inghilterra, mentre il Duca di Cesarò imperversava in Itàlia e si metteva alle costole dell'onorevole Comandini nel viaggio cli Parigi, organizzando a Parigi insieme al Tamaro una dimostrazione dalma-- tica ufficiale. Date que::;te follìe, _è naturale che fuori d'Italia la gente opponga ora1nai un senso di diffidenza e di ostilità non .soiarnenJe. al programma nazionalista, ma anche. al programma democratico! Ed è nafurale che i tre serpenti verdj, appena usciti dall'aria chiusa di 1{oma, abbiano dovuto riconoscere non solo che il nazionalismo adrjatico non è articolo di esportazione, ma che anche la den1ocrazia italiana corre pericolo oramai di essere condannata come naz1onalista da una opinione pubblica, lavorata bene dagli slavi e male dagli italiani ! I)opo tutto_,· i massoni a 1Parigi non hanno fatto nè più nè meno di quel che ha dovuto fare il Duca di Césarò a Roma nella cerimQnia del 6 luglio 1917, quando ha / ' Biblioteca Gin.oBianco ,

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