Luigi De Muneri - Martiri sconosciuti

47 CAPITOLO V f. In casa di Cencio Macci tutti erano buzzi e taciturni ( e pteni di malanimo contro Nanni e gli as3essori a lui fctvorevoli; cosicchè anche un grullo avrebbe potuto leggere sui loro volti l'astio interiore e la brama di sfo· garlo. La sera prima, atlorchè fu recata in casa )a notizia della elezione di Nannij non volevano crederla, pe~l ­ chè lor sembrava strano, che, a Zuccaja, un giovane colto assai ·e virtuoso e povero fosse stato' eletto ·in vece del loro Cencio ricco e scapestrato: la era una stranezza incompatibile, a cui non erano avezzi, e non ·potevano prestarvi feie; ma, come seppero, che, pur troppo, i zuccajni, una volta tanto, avevano pur voluto fare una tale stranezza, poco mancò che non ammattissero e dettero tutti in uno sfogo di rabbia mai più veduto. Ma il notaio Recchiallj, che era buon cristiano, e che sapeva dover ogni buon cristiano cercar sempre di confortare gli afflit !~i, gli parve cosa ottima e doverosa l'andare a .confortarli; e confortolli davvero narrando loro l'accaduto, e assicurandoli che tutto non era perduto; che, anzi, al male ci aveva rimedjato un pochino, e che con un po' di senno, di furberia e di maldicenza si avrebbe rimediato a tutto. - Lei dice bene - rispose il padee di C""encio con

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==