Ernesto Mezzabotta - Il 1848

44 B'tBTJlOTF.CA PATk.tOTT' CA -------------------: modo e via provvisuria., onde fosse protetto l'ordine jnterno e la vita dei cittadini. Ed ottennero. Quindi s'accordarono tosto ~ol generale di essa, il principe Rospigliosi, per regolare il piano dell'armamento, ·il luogo ed il nr:.mero de' quartieri, l'ordinè ed il modo della ,distribuzione. Non fu mestieri d'appello; divulgatasi appena la bella notizia~ un grido di gioia e di confidenza levossi da tutte Je parti; la gioventù romana precipitò le dimo!e ; _. nna volontà sola, un solo ardentissimo desirJerio di salvare la patria ahbracciò tutti gli animi, e la nobiltà diedene prima l'esempio, quella nobiltà che mezza Italia da un anno giudicava ben ~ltrimenti, e ingannavasi, e noi · con essa. Al popolo s·affratellarono, sotto il guerriero na.zionale vessillo, oltre la nobiltà, e tutta la milizia e , i ministri dell'Evangelo che all'Eva!lgelo s'ispirano; me- ' dici ed avvocati, principi e popolani, capi d'arte e negozianti, giovani e adulti, cittadini d'ogni ordine e d'o· gni grado gareggiarono in armarsi ed accorrere·; fu d'uopo tr-ascegliere fra migliaia, non chiamar sotto rarmi i designati, ringraziare i molti chiedenti, non intimare Ja guardia ai non per anco comparsi; a tanto volonteeosa moltitudine, chiudente il senno, Ja for.la, il coraggio, la , .sapienza .e la nobiltà di Roma, cioè quell'insieme che assume il vocabolo maestoso di popolo, non bastavano le insegne della milizia. « Quanti ieri non erano cbe una memoria, oggi sono un popolo. Già mauifestavasi l'intelligenza delle italiche sorti, ora se ne manifesta il braccio; prima l'idea, quindi il fatto; ai libri succedono l'armi, alla battaglia del pensiero i] cannone. lntesi i diritti e i doveri della nostra nazionalhà, sopraggiungono i _!P.e-~~i.per ottenerla, Hgerme , .. '

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