Carlo Sancasciani - Quattro parole libere sull'attuale condizione dei parrochi delle campagne

41 le parti ancor dei becchini. Che ! ridete? ricomponctevi di grazia; la cosa è seria più di quello che vi pensiate. Già credo che in qual che lu0go l'uso ci sia; e non sarebbe male metterlo addirittura per tutto; o che non è un opera di misericordia il sotterrare i morti ? È un sospettaccio, se volete; ma io posso darnne qualche principio di prova, e senza escire dal mio personcino. Fra gli altri malanni il mio fadente funzioni di becchino, o annoiato del mestiere, o della paga non soddisfatto, o vago di toglier donna ( regola generale: i becchini scapoli non trovano mai mogli e ) o che pon mi pianta senza il permesso, e senza darmi tempo a istallare il successore? E siccome alle volte si danno certi casetti che fan poco invidiare la così detta o::siosa nostra carica, la dimissione del becchino mi s' incrocia colla morte di un popolano. O come si stilla ora? dissi tra me , e me. Si sa che in. queste miserie di tm·zi ( quando gli aboliranno?) le Comuni, a differenza della città, non pensano ai beccamorti; e tutto si posa sul dorso dei popoli, o meglio dei parrochi. Piglio il galoppo (intendetela o voi che scartate dai nostri conti fino la miseria di un cavallo, e ci vorreste tutti impinzati di dottrina ; noi consumiamo per le corrispondenze di turno mezza la vita in viaggi , e siamo proprio gli zingari della chi esa; ) e, giacchè l' affare stringeva, vo attorno per odorare ~n provvisorio seppellitore. l\li davano in grinta disdette da levare il fiato; cd io che per nascita, educazione, e carattere sono alic5~'

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==