Carlo Sancasciani - Quattro parole libere sull'attuale condizione dei parrochi delle campagne

52 gnosi , era spediente prima sparlire le somme, c poi regolarsi nel togliere, o nel concedere, o nel val uture il dritto alle Decime. Ma non era nè umano, nè giusto inseverire coi congrua ti e non conr;ruati; c p et· la natura delle operazioni, fretta nel compierle , e agevolezza di dare in fallo nello estimare le detrazioni dei benefici curati rurali, peggiorare notabilmente le nos tre sorti. Chè a tal e siam noi : dop o promesse, lusinghe , decreti, ci tocca a cantare in coro l' invitatorio dei diavoli; de malo in pejus venite adoremus. E mentre retrivi auda~issimi, liberali annacquati, Gian i dalle cento faccie, e il soli to servidorame alto e basso ingrassano a spese dello Stato, un povero parroco deve invidiare ancora le miche di mense lussuriose. Questi i vantaggi; è tempo si dica ora degli aggravi: e ai lettori il giudizio sulle parlite di dare e di avere. Precipiterò narrazione e riflessi per non essere infinito, e sbarazzarmi da un argomento ingrato. Badate, questi obblighi e carichi non sono nati oggi, e non gravano i soli rettori delle campagne : ma hanno tanto di barba; e sotto il governo di spotico di Leopoldo II. per opera delle subalterne autorità reazionarie fruttavano molestie ben più stl)machevoli. Ma oggi riescono a noi un tantino più incommodì, ùopo la fortuna toccataci delle Decime decimate. I titolari di chiese hanno per legge l'obbligo del Registro e Deposito dello Stato Civile; nati , morti ,

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