-33dal concetto delJa passività della vita, e la malattia riguardando del pari tutta passiva, tutta nell' arte riponevano la potenza di restituir la salute, e come erano arguti a schermirsi ne' casi avversi, così stoltamente pavoneggiavansi de' casi che sortivan loro a buon fine, come gli autori assoluti delle guarigioni. Non hanno mai potuto intendere costoro come nella stessa infiammazione l' arte non fa che preparare, non stabilisce che P iniziativa del risanamento, il quale è per la massima parte operato dagli assorbimenti, dalle eliminazioni, dalle suppurazioni, e da tutti que' finissimi e misteriosi mezzi di compenso che la Natura sola possiede per rimettere il sangue nella sua crasi, e l' organo nella sua compage e interezza . Quindi è ch' egli osservava alla maniera di Borsieri e di Franl1., attendendo con diligenza ai f erznmeni attivi e al precetto del Servare vires, onde diagnosticatore spesso sicuro e prognosticatore felice il trovarono quelli che lo accompagnarono nelle visite dell' Ospedale Civile di cui fu lUedico, e in quelle della sua pratica urbana . Ma se di questi pregii ch' egli mostrava, finchè visse, al letto degli infermi, ai quali puoi aggiungere la sobrietà terapeutica, si illanguidisse nei Forli vesi la ricordanza, essi potranno ricorrere ad alcuni libri pratici da Girolamo dati in luce, dove le medesime massime cliniche sono seguite e raccomandate. Vi ha una Raccolta di Storie di Impetiggini che in Forlì dominarono sui principii del secolo, ed una Serie di altri casi pratici importanti, e vi hanno le Dilucidazioni alla Storia di una malattia di Cesenatico, creduta Cholèra indiano , che il Versari pubblicava insieme col Professore Geremè Santarelli. Ma questa fede imitativa di precetti fondamentali del Padre di nostr' arte non voleva il Versari che conducesse ad una imitazione troppo prona nè schiava; ma che fosse una imitazione libera e giudiziosa, quasi orizzon le che largamente ti circoscrive la visi a, e ti propoue innanzi gli esemplari solo perchè tu lenti ùi superarli · 5
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