Menotti Delfino - Guglielmo Oberdan

66 GUGLIELMO OBERDAN palco, pronunciò a voce forte e vibrata le testuali parol'e : - Muoio esultante, perchè spero che la mia morte gioverà in breve a riunire h mia cara Trieste alla madre patria.... Il rullo dei tambui-i coprl a questo punto la sua voce. Poi, col capestro al collo, gridò ancora : - Evviva Trieste libera, evviva l'Italia~ Yiva l' Ita.. .. . L' ultima parola gli restò tronca dalla stretta del laccio omicida! Queste parole furono chiaramente udite e ritenute a memoria da un soldato ungherese, che capiva l'italiano, e che le riferl al signor N. N. da cui le ebbi. Tutti gli ufficiali piangevano... (( Morl - dissero poi - come un l eone ruggente. » Morì come visse - eroe ignorato, martire dell'idea, precurson dell'avvenire ! Addio, povero e sventura1lo amico ! Se. la tua vita fu un modello di virtù domestiche e civili, la tua. tomba splende, nell'Italia moderna , come il segno luminoso· al quale porgon lagrime e voti quanti hanno in petto cuore gentile~ Addio, amico, fra-

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