Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

LA TORHE DI NONZA 97 le buone figliuole, le domandava rommossa la cagione> del suo ·turbamento, e quella a spizzico veniva a farglielo palese. AIlora confortatala a starsi di buono animo, si ·rece ella stessa incontro al marito non acerba, non dispcttosa, bensì decora di matronale contegno, e lo riprese del modo sconvenevole pratic11to con la zitella. = Padt·oni c signori, ella soggiunse, voi altri uomini in casa vostt·a siete, pure dovreste sentire come certe proposizioni non possano discretamente arrivm·e alle orecchie delle fanciulle se non per via della madre. = << Orsoantò e prete Settembt·e ad una voce · esclamarono: = Voi avete ragione, Angiolamat·ia, mille volte ragione . . . vosti'O marito . . . prete Settembre è ... anzi siamo due pezzi di asino ... = « La donna pienamente soddisfatta e perciò disposta a porgere. benigno ascolto ai loro discorsi, venne a parte a parte informata del negozio, il quale da lei volentieri assentito , si proffe1·se di andarne a conferire con la Catalina , promettendo di tornare indi a breYc con la risposta. = Andate, che Dio vi benedica, Angiolamaria; già io l'ho sempre detto che voi s;ete una santa. « E dopo queste molte altre pal'Olc confettate di lode aggiungeva prete SettembrP, cui tornava ad arr-idere la spe1·anza, imperciocchè egli la stt·ologasse così: che il padre , avendo la figliuola preso impegni , lo ignorasse, è di regola, nonostante la prosunzionaccia degli uomini che pensano tutto indovinare e tutto conoscere pm·chè si abbottonano i calzoni, ma la madre poi l'avrebbe a s::~pcrc ili sirnro, r ~npcnrlolo , non

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