Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

91 L.\ TOHti !J:. Dl l'iONlA nè correva la stagione adesso, nè prete Settembre era uomo da motteggi, si tenne elmo, e composto a gravità il sembiante favellò: = Curato mio, voi con le vostre ragioni muovereste anche i sassi . .. = Lasciamo stare i sassi al posto loro , io vort·e i avere persuaso voi. = Quanto a mc, ve lo dico alla ricisa, quando anche faceste seatmire acque dalle piett·e io non m'indurrei mai ad usare violenza alla volontù della mia figliuola. = Oh! tristo me! = proruppe il prete lasciandosi andare giù di sfascio sul seggiolone, c chiusi gli·occhi gli si affacciarono alla fantasia immagini abbon~ite. '' Gli parve starsi su l' orlo dello abisso , in fondo del quale contemplò la Catalina seduta sotto un castagno in grembo del demonio , che pet· condurla alla disperazione aveva preso giusto la forma di Giovansanto Mattei , venustissimo fra i giovanotti çi Capocorso e sospiro segreto di t t·oppe più femmine che non faceva di bisogno, ed egli come confessore .n'era informato; allora sentì intronarsi le orecchie da tutli i picchi battuti su le incudini di questo mondo da santo Baldornero protettore dei magnani fino a quel giorno; gli parve mancassergli sotto i piedi i mattoni: pet· la quale cosa sollevò le braccia, come costumano i naufraghi pet· agguantarsi a qualunque oggetto si pari loro dinanzi. Cotesto, a confessione di lui medesimo, fu il più brutto quat·to di ora che prete Settembre avesse passato in vita sua. « Orsoantò spaventato da tanta desolazione, nè sapendo indovinamc la causa accorTCYa a sovvenirlo dicendo:

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