Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

LA TORRE DI NONZA 87 pocorso, o se most ravate minm· desidm·io delle nostre cmiosità si perdeva la più forbita m·aziooe che la Cm·- sica possa mettere a petto di quelle di Demostene. Il discm·so fu questo: = Dove io, Orsoantò, non sapess i di ccr'la scienza che voi foste per quath·o anni a studio a Pisa, c che spendeste quattrocento belle lire di rnoneta fi or·entina , oltr·e le spese minute per· farvi fan~ dottore, io vi dirci òggi recisanwntr le parole vostre aycr·mi sapot·c di r'HfHl. Le eo!"tUitHHJzc antiche dci popoli voi sopra gl i al tri tutti dovres te sapere , come le non sieno punto castelli di car·tc da giuoco, che li zitclli faburi<'ano cd anche ~li uomini quando la pioggia li confina in casa, uè sanno a qual santo votarsi per ammazzare la noia: una causa elleno ehber·o per na~rr rc, ed un 'altra pet· durar·e ; p<'l'Ò cr ne \nole una lerza c potentissima per buttadc giù. Una cosa sola, ricon latclo brnr . i nostri padri di un fiato tir·ava no dentro c di un fia to cacciavano· fuori, c questa c1·a il fumo dcll 'cd.Ja còrsa; in tutt o altr·o ostinati piuttostochè tcnnci. Ab antiquo pertanto eglino ordinarono che i padl'i senza attendere agl'innamoramenti dei figliuoli e pt·cter·mcsso afficttlo il consenso di ques to stabilissero i matrimoni. A voi, secondo qoello ch' io ne posso rilt·m·re, quadra diverso sentimento , e YOrt·esle che l' amm·c non già la obbedienza impalmasse gli sposi dinanzi gli altari. Voi avete torto, e ve lo intendo provare. Orsù, ditemi con buona gTazia, che cosa ct·edete che sin amor·c, di cui sembra che facciate tanto caso? Non parlate Yoi, cl~e per voi t•isponderò io. Egli è infiammaziom• del sangue ; niente più , niente meno: così vero qnc~ l o . chr rc1·1 i solenni ccr11sici avendo sparato i c;u.lurcl'i dei mor· ti per passione, gli ebbero a tt·oym·c nrr·i comr rm·boni in virtù del sangue acceso

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