Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

U TUIIIIE lil :\U'iZ.I Rotondo: falli in là. Quando venne la ùomenica si sparse pel paese, che il cmato nuovo prima di bcnedit·c il popolo avrebbe detto dal pulpito una predica ... ma co' fiocchi! Nell'aspetlatiYa pertanto di qualche cosa di grosso l'universo popolo accorse in chiesa: io per me penso che non restassero nè anche i gatti a casa. P1'cte Settembre cantò a modo e a verso le sue oraztoni, ma non faceva vista di avviarsi al pulpito, anzi col piviale addosso si anesta all'altare; al passo ed allo atto dello inginocchiarsi parve impaccialo, ma attenti ad altro non ci dicmmo caso; ad un ll'atto p1·ima d. inluonm·c il Tantum ergo si rizza in piedi, piglia dalla residenza il Venerabile e lo depone sopra l'altare: poi trattosi in C01'1W cpistolro si 'olta al popolo c con voce gagliardissima tale gli fa la predica : = lo so, fratelli cal'issimi, che il vostro antico cul'ato vi sta sul cuore, c di questo vi lodo perchè se lo meritaYa, e so cziandio che voi volete male a me, c di questo vi biasimo. Y oi congi uratc a cacciarmi via dalla cura di Canari, cd io intendo di Yolerci stm·e , perchè con voi sono deliberato pregare Dio, con voi 'inccre, se ci riesce , i nemici , c con \'O i, se non ci riesce, morire per la patria. Quando contrattate o 'ino, où olio, o granaglie, dite su, innanzi di rifiutarli non li saggiate voi? Mc dunque tenete da meno clcll'orzo c del vino, imperciocchè senza volermi pronu·c buttate via ; ciò non va bene; anzi ciò cammina contt·o alla carità cristiana. Avrei desiderato che voi vi foste tolto il carico di conoscermi da per voi stessi, ma poichè volete lasciar!o a mc, ecco ch'io calo giù butTa, c in quattro parole mi spiccio a somministrarvi contezza intera dci fatti miei . Il Padre ctcmo che diede i di<'ci comanclamen li d<:'lla ~ua lcgg<' ;r Mosè , quel

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