Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

1..\ TOI\RE n1 i'iONZA mnno della Etcrnitù, c si chiama Popolo, c le azioni degl'individui nola tale, che di uno sguardo ricinge intol'no intorno l'universo, che intende acl una ad una di-· stinte le infini te voci componenti il fiotto dci secoli, il quale rompcndoli muore su i gt·adini dr l suo trono, che non dimentica mai, che nulla lascia senza premio, come senza pena nulla, c si chiama Dio. Lo sct·ittore italiano nell'atto di pigliaT'e la penna solleva con gli occhi la mente al cielo, e pt·cga : adsit Deus l c invoca, prima di sortire la grazia di fare opera buona in pro della Pat ria infelice, poi bella. Ecco in che l'arte nostra differisce dalla francese: di vero, scopo unico della più pm·tc degli scrittori di Ft·<mcia blandire il vizio, e sotto co· l ore ùi virtù eccita l'C passioni facili ad. ardere, ad attutarsi impossibi li , la tetm noia degli ozii affaticati dilettare ; donde le lcltcrc si fanno giullarè o ruffìane, c si onorano del cullo di parrucchiel'i, c di crestaie, c non sono dci peggio, che i furfanti gallonati , le nobili baldracche, e i borsaioli (3> si passano. Io per me so, che le madri dabbene, e di queste Yi ha copia, non lo contl'asto, nella Ft·anria , non però nella cloaca massima , la quale va distinta sopra le carte geografiche c'o! nome di Parigi, allo apparire di uno di cotesti libri, ll'iadi d' infamia e di dclilti s' ingegnano agguantarlo con le molle come si costuma agli scorpioni, c gittanlo sul fuoco. Almanco azzannata l'anima umana sentissero cotesti perduti il pudore c la paura del lupo , della volpe, e di altra maniera bestie le quali t·annicchiate si appartano nei giacigli a •·osicchiarc la preda ! ~Ja no; questo non consente la invct·cconda indole lot·o; essi Ùlostt·ano i denti a guisa di scimmie maligne; c qnasi fosse por o n cni senza

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