Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

60 LA TORRE DI NONZA Cater·ina, al Borgo la chiave rli santo Appiano, a SanFiorenzo le buche, anche qui ho udito parhu·e di streghe, di fate, di tizzi benedetti , di apparizioni di anime. e di altre taccherelle che si tacciono per· lo miglior·e; però, quanto a super·stizioni, è mio ayvis!} che agli uomini in gener·ale ed ai preti in particolare, cor·rano due obblighi del pari impm·tanti : il primo sta nel guarire le propl'ie , il secondo nel compiangere le altrui ... = Bàdati! Bàùati ! ul'lò rizzandosi di repente in piedi .Mamerto, quasi per· avYertire Ot·azio che gli pendeva sul capo gravissimo pericolo, il quale colto allo improvviso spiccò uno sbalzo da parte, guardandosi spaventato dopo le spalle etl a posta sua gridando : = Che è? che è? = Mi pm· ve di vede1·e, e vidi cet·to, nna donna tisica, la quale stava per agguantarti la orecchia; senz'altr·o io giudicni che l'avesse ad essere la tua Musa a cui ù sei raccomandato anet·tir'ti qnando incominci a diventare sazievole. = Chi ti comperasse per savio, io so che tre quarti almanco gli tocchm·ia del matto : vedi , ve' il cuore mi galoppa come un barbero dalla paura. ~lamerto , se al (!orpo tuo si dimostrino pie le for·miche quanrlo giaci supino sopra l' erba , e giunte ai tuoi ginocchi non le invada il furore che guidò Colombo a scoprire più riposte contrade, !asciami , ti prego, saltare a mio talento di ramo in ramo. = « E Mamerto tornato a sdraiarsi supino con le bt·accia sottoposte al capo e le gambe rannicchiaté soggiunse : = Sia come ti piace; però io ti conforto a non dimenticarti di madonna Oretta, cui avendo promesso

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