Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

LA TORRE DI NONZA .sposi, con garbo s'intende, pane e frutta, donde un ruffa ralfa tra la gente affollata per istrapparseli di mano, e questo chiamano ·grazie,· io voglio credere per contrasto, conciosiacchè non si potesse vedere atto più sconcio di quel1o , come sempre avviene quando si offre campo alla plebe di spiegare gli animaleschi su·oi istinti. Tale usanza, dicevano procedere ~ai Latini; nè terminava qui lo strano diluvio, che per le strade dove passavano per condursi alla chiesa, dai balconi giù. sopra gli sposi piovevano grano , orzo, nòci, mandorle, e con essi auspici che suonavano così: = Buon.a ventura Dio vi mandi e figliuoli maschi. = « In fondo alla via giovani azzimati a festa tenendosi pet~ mano asserragliavano la strada, e facevano la travata, nè lasciavano sgombro il passo se con mo- .neta non. si comprava : toccava di soddisfarli al marit.o; la brigata ricevuto il donativo · acclamava gli sposi, e poi straviziando alla salute loro la spendeva. Questo costume, per opinione dei vecchi, si riferisce ai tempi .di mezzo, ed accenna al consenso largito dai feudatari, previo il .pagamento della gabella , alle nozze dei vassalli. Tanto è vero , che noi altri tardi nepoÌi, quando più c' immaginiamo inventare, non facciamo altro che copiare, e siamo p1·etto mosaico composto di frantumi degl'istituti durati prima di noi. « In 'chiesa gli sposi assettavansi sopra seggiole sfoggiate, e mentre si celebrava la Messa la sposa tenevasi sopra le .ginocchia lo zitello più prossimo parente del marito, e questo ad ora ad ora veniva baciando, e accarezzatolo l'ornava di un berrettino screziato, e ciò quasi in salva delle gioie della maternità ; più tardi ne proverà gli affanni, ma assai vengono da ~è i tempi per patirli senza bisogno di qugurarli; e poi

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