Discorso del commendatore Marco Minghetti presidente del consiglio detto il 28 e 29 giugno ...

41 di 31 milioni sopra la riscossione dell'anno 1862. Io ho dovuto volgere sopra questo punto la mia attenzione la più viva; io ho dovuto cercar e se le ragioni che indicai nel mio discorso erano sufficienti a spiegare quel poco gettito, oppure se non era necessario portare una riforma nelle leggi di tassa sugli affari, la quale ne semplifìcasse gli ordegni, ne assicurasse la buona esecuzione, e porgesse argomento a sperarsi da essa un provento non solamente maggiore di quello che avevamo avuto, ma eguale alle ragionevoli previsioni. Io credo, o signori, di non andare errato, se non partecipo ai timori dell'onorovole Saracco; e per lo contrario confido che semplifi cando questa tassa, rendendone più agevole l'esecuzione, meno complicata e meno fastidiosa ai contribuenti, lungi dall 'andare incontro ad una diminuzione di proventi, potremo da essa avere quei vantaggi che già prima se ne aspettavano. Io eonfesso che in queste tasse sugli affari ho grandissima speranza per l'avvenire. Non parlo di un avvenire prossimo : ma io dico che quando paragono il provento della tassa di registro e bollo delle altre nazioni con quello che ci dà attualmente l'Italia, io sono maravigliato di tanta esiguità di risultati. Quanto alle dog·ane, o signori, non è da meravigliare se vi fu una diminuzione di due milioni.

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