O.C. Grossi - La legione Bertet in Grecia

- :!3- :Ma egli crollò il capo in aria di dubbio. - Che cosa credet!! che sia, allora, quella barca ? - Non è una barca; è una torpediniera, affermò il capi tano con voce tranquilla. - E viene a noi ? - Può darsi. Io provai una violenta commozione e fissai il capitano. Egli gettò la sigaretta che gli bruciava le dita e cominciù a fabbrtcarsene un'altra. Quella freddezza mi stupiva. - Ma è proprio una torpediniera? insistetti incredulo. · - Sì, disse sorridendo lfggermente. - Allora partiamo, capitano. - No. Lasciate che venga. - Ed accostatosi al colonnello lo trasse in disparte. Il lum"' si avvicinava sempre piil. Il sottotenente Rey rti Villarey, già guardiamarina, mi porse il binocolo. - Guarda, mi disse. Osservai. A ficr d'acqua una massa bruna avanzava rapidamente. Distinsi beoissimo il fumaiuolo e alcune ombre che pa~­ savano sul ponte. Siamo fritti, dissi all'amico restituendogli il binocolo... - Chissà ?... fece egli stringendosi nelle spalle. - - Silenzio, s ignori ! ordinò seccamente il colonnello. Si nascondano: Ma l'ordine non fu potuto eseguire. - La to~pediniera era a cinquanta metri dal Samos e la voce de:l'Ufficiale comandò : - Approntate la lancia! - Ci conducono in porto, osservò Villarey. competer.tP nella materia. In quel punto la torpediniera si arrestò di botto e diresse sul Samos un fascio di luce. Contemporaneamente, la voce dell'ufficiale risuonò nel silenzio : Che bastimento siete ? - Samos. - Che cosa fate ? Vi fu una pausa di qualche secondo ma chç a noi del Samos parve una eternità . Con la sua voce tranquilla ed incolore, il capitano C.azr.uti r ispose:

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