O.C. Grossi - La legione Bertet in Grecia

_ ,,. _ delegato o qualcosa di simile - e subito dietro. Vedcndomi in- •.eguito, il dubbio sulla qualità di quei signori si mutò in certezza. Cambiai itinerario, e quelli anche.- Insomma quella ~trana cors a :ti buio da Gastellamare Adriatico alla foce della Pescara e vic~­ n~rsa, sulla spiaggia battuta dalle onde mugghianll , soltc una pioggia continua, durò sino a che stanco"da non poierne più, mi t·ifugiai in un'osteria ove mi 'accolsero le bcchiate sospettose c punto benevole dei paesani, ai quali era slala dai volontari abhru~zesi declinala la mia qulllilà di arnesa di polizia ! La notte, il sindaco di Castellamare Adriatico, ci comumc•J un telegramma che il colonnello Enrico llertet gli aveva spedito lla Ancona. Prevenga i volontari costà éonvem1ti che la partenza ~ rima11data. Tomino alle lo,·o case. " Bertet. , Devo aggiungere chtl niuno prestò fede all'autenticità di quel telegramma, ritenuto una manc.vra della politia? Però dovemmo arrenderci all 'evidenza. - L'Albania non comparve. Noi riprendemmo la via di Roma, addolorati dall ' incidente che c'impediva di accorrere là dove il cuore educato ad alti ideali ci chiamava ; là dove un popolo fiero ed eroico - cos1 si diceva - lottava da leone contro un nemico di forza infinitamente maggiore. Come eravamo !ungi dal so>pettare allora la viltà del popolo greco e del suo esercito; l ' insuffi~ienza dei suoi generali e dei suoi ministri ! Poveri cuori nostri, molto rneglio se aveste compresso i battiti generosi, pagando solo il tributo di una platonica ammirazione alla nazione che dell 'antica Grecia non ha conservato che il nome ! Og!(i non sanguinereste pel disinganno ! * "' "' Intanto scomparso il piroscafo Albania e divenuta perciò J.S30lutamente impossibile l'effettuazione nell 'imbarco dei voloiltari residenti nella città del litorale Adriatico, -il colonnello l!ertet rivolse ogni sua cura a che il Samos che il 26 mattina

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