J. Jaurès, P. Lafargue - Contraddittorio sulla concezione idealistica e materialistica della storia

-5quel fascino misterioso, di quell'aureola di una vita animata e divina, insomma delle qualità che essa avea possedute agli oochi degli uomini dell'antichità. Si trattava quindi, prirnieramente: di ri,c..:onciliare il concetto della natura, proprio all'antichità, col concetto ,cristiano della ualura; poi di porre d'accordo la conoscenza della natura, quale la mostrò ]a scienza nuova, cioè deUa natura come di un semplice concatenamento di processi che sono determinali da mere necessità mecca-- 11i-chec, on la libera aspirazione della mente umana. Descartes fu il primo che si accostò alla soluzione di questo problema. Sulla base di un metodo notevolmente nrtifizioso, egli incominciò col conc..:enlrarsi, come il cristiano, nel più intimo dell.a propria coscienza, co] negare la vita csleri~H'C e col porre eia banda ]a natura t:ome un problematico spettro. Partendo unicamente ccl esdusivamenle dal fatto del pensiero, egli giunse di nuovo all'idea divina e introdusse così di nuovo quell'isolamento della coscienza e di Dio, che insieme con la negazione dellfl natura forma il distintivo caratteris.ti,co del cristianesimo. Dopo che Descartes si era crealo in tal modo una prima certezza ed un primo metodo, egli non si concentrò semplicemente nella sua vita interna, come faceva il cristiano, ma aspirava alla sicura conoscenza della natura stessa. Così lo stadio della concezione cristiana che egli .aveva compiuto, non fu se non un grado preliminare per la fondazione di una scienza positiva, esperimentale e deduttiva. In Leibnilz si rivela la medesima aspirazione a giungere .all'unità tra uomo e natura,. quando egli mostra che clapertutto, perfino nelle semplici forze e nei fenomeni materi.ali, perfino nel tavolo -che ci sta dinanzi e nel terreno che sLa sotto i nostri piedi, c'è quaJche cosa di affine .allo ·spirito, -che la domanda della bellezza e perfino il sentimento della stessa, che rapporti armoni,ci, matematici e lìssi si manifestino nelle leggi della- fisica e nelle combinazioni chimiche. Anche in Lcibnitz noi troviamo quindi una ri,conciliazione tra determinismo universale, ]a necessità cli Lutto quello che avviene e la libertà universale. Da una parte egli afferma -che nell'universo non c'è un solo movimento che non sia connesso con altri movimenti. La vibrazione che io ,causo in questo momento nell'aria •con la ·mia voce è l'effetto d'innumerevoli movimenti ;:iptyri!)ri'. E questo stesso movimento sarà etcrno 1 çon

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