J. Jaurès, P. Lafargue - Contraddittorio sulla concezione idealistica e materialistica della storia

- 89 - Se i plebei di Boma e i pove,·i delle città greche solJe,:aronsi invano senza successo in innumerevoli insurrc- ,.wni contro i patrizi e contro i ricchi per ristabilire la rornunilù elci belli, se fallirono i tcntal.ivi delle popolari sùtlc rrel.ichc del medioevo per proclurTc cli. 11110,10 ln cg11aglin11zae la frt1lcll:rnza sulla lcrrn, ciò è nbbasl.anza spirgahilc cd crn incvilabik. Nei lcmpi della decadenza della Grrcia e di Homa, negli ultimi secoli del medioevo, i r:-ipporli economici si opponevano ad un rilol'llo delh co111unilùelci beni. Invece cli permrllcrc qucslo riLorno, rssi Javornvano piulloslo alla cli,ninazionc degli 1illi111i :n·:111,.i del comunismo e gencr,arono · 1c preliminari condi,.ioni della propriclù privala borghese. Nella nostra mente l'ideale del comunismo è cli nuovo vivificai.o; esso è più brillante e pii, vigoroso che mai. i\fo questo ideale non è più un.::isemplice rcminiscneza confusa cd isLintiva. La rcalLù lo ha portalo nel suo seno, lo ha parlorilo, lo ha nutrilo. Esso è la logica deduzione clic risulta dall'evoluzione economica. Noi non siamo ulopislicì, sognatori, cornc i lollnrdisli inglesi e plebei di Roma. Noi siamo uomini della scienza, noi rfon invenlinmo nuove forme di socieUt, ma fac-cimno servizio cli ostetrici della società capitalistica qunnclo suona l'ora clell.n n::-tscitadella socielù socialistica. Noi siamo comunisti sulla base della convim.ione che le forze economiche del sistema di produzione capitalistico conducono inevitnbilmente la società al comunismo. Noi, che siamo nccusali cli creare i conflitti cli classe, chic- <liamo invece ]',abolizione delle classi e la ,chiediamo sulla base della convinzione che non esistono più le necessità economiche che provocarono la separazione degli uomi 11inelle classi degli sfru Halori e degli sfruttati. J\ristolilc, questo gigante lra i pensatori, ha preveduto che quando le macchine lavorerebbero automaticamente, i liberi cittadini non .avrebbero più bisogno di un po]'olo di schiavi che ,crei ad essi la possibilità dell'agio. Noi socialisti prevediamo la fine del lavoro salariato, che ti l'ullima forma della schiavitù, pcrchè nQi supponiamo che l'uomo dispone degli schiavi cli ferro e cli acciaio, cioè delle mac,chinc automatiche. In nessuna epoca clcll'antichilù, in nessun periodo della sloria, i liberi ,cilladini hanno ,lisposlo cli un numcrn .così gigantesco cli schiavi come quello che si trova gi~l a disposizione della nostra socicl:'t negli schiavi cli ferrn e di ,t<·ciaio. Biblioteca Gino Bianco

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