Gli israeliti italiani nella guerra 1915-1918

:: 24 ~roismo, è.i cora~"'gio e di entu iasmo per la vittoria, sì che i superiori gli avevano piena fiducia ,per tutte le operazioni che agli avrebbe dovuto eseguire. R si guadagnò lodi e ferite, ammirazione e rispetto, anche' da ...parte dei subordinati. Nella guerra contro l'Austria, essendo capitano di fanteria, si trovò quasi sempre nelle posizioni più esposte ai tiri del nemico. I~a linea di battaglia, di cui faceva parte il riparto da lui comandato, era quella del basso Isonzo, dove ha sostenuto i più aspri cimenti e le più accanite, pcrigliose e sanguinose battaglie colà con1battute. E in tante prove di con1battimento, in tante sofferenze della trincea, il suo organismo aveva resistito con maravigliosa fermezza, con una tempra ferrea; e quanto più le fatiche, i patimenti c i pericoli aumentavano, altrettanto dimostrava maggior vigoria di animo e di corpo e moltiplicava il suo coraggio: - forse lo spirito dell'Italia e della vittoria gli aleggiava intorno - certo lo animava il miraggio (;'plendido della conseguente grandezza politica e tnorale della Patria nostra. E pur troppo l'esporsi senza preoccupazione alcuna ai pericoli, la sicurezza con cui egli affrontava i cimenti, gli furono letali, e ,·erso la fine di luglio del 19 1;) , in una dèlle battaglie più sanguinose combattute su l'Isonzo, cadeYa n1ortaln1ente colpito da nna granata nentica. 'fenuto nella massima e timazione clai superiori e da dipendenti per tante proYe di coraggio e d'intelligenza datè fino a quel momento, era affettuosamente atnato anche per le qualità eccellenti dell'anitn o suo. E ra addirittura segno di adorazione per tutti e specie per i sottoposti. '<Noi subalterni - dice un ufficiale suo dipendente - lo adoravamo. J1:gli aveva per noi dei tratti da fratello e non da superiore )\ . I l comj;Ìanto fu generale; e se questo eroe, che aveva fama d'invn] nerabile, che così temerariamente si esponeva, che era sempre in pie 1i "'orridente davanti al fuoco, che bastava che i soldati lo vedessero per ·entir i destare nn coraggio da leone, non potè vedere con1piuta la vittoria. Nato a Napoli, Carlo di Leon Levi, con la bellezza del clima e della città natia, sentiva e identificava nel suo spirito la bellezza di tutta l'Italia, della Patria comune. Giovane di eccellente cultura, viveva

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