- 65 - trust petrolifero di Rockfeller, per trarre tutto a sè, fondò nella stessa Olanda u~a società filiale e comprò le sorgenti di petrolio delle Indie olandesi, allo scopo di colpire a . morte il suo principale avversario, il trust anglo-olandese. Dall'altro lato la Deutscbe Bank e le altre grandi banche di Berlino cercarono di assicurarsi la Romenia e di unire contro Rockfeller la Romenia e la Russia. Ma Rockfeller disponeva di un capitale molto più ragguardevole e di una splendida organizzazione dei trasporti e della res?- del petrolio ai consumatori; e la lotta non pote terminare (1907) che con la completa sconfitta della Deutsche Bank,' alla quale non rimase altra scelta che o liquidare i suoi " interessi petroliferi•, perdendo milioni,o sottomettersi.La Deutsche Bank scelse quest'ultima alternativa e concluse col trust del petrolio un accordo assai vantaggioso, a ten·ore del quale la Deutsche Bank s'impegnava a non intraprender nulla a danno degli "interessi americani •, con la clausola tuttavia che il trattato avrebbe perduto il suo va~ !ore nel caso che la Germania avesse appr.ovato una legge sul monopolio di Stato del petrolio. E allora cominci~ la " commeélia del petrolio •. Uno dei re della finanza germanica, von fawinner, direttore.della Deutsche Bank, a mezzo del suo segretario privato Strauss iniziò un'agitazione a favore del monopolio statale del petrolio. L'intiero gigantesco apparato della massima banca di Berlino, tutte le sue infinite relazioni furono messe in moto, la .stampa piena d'indignazione "patriottica• gonfiò le gote contro il giogo del trust americano, e il 15 marzo 1911 il Reichstag quasi all'unanimità approvò una mozione che invitava il Governo a preparare un disegno di legge sul monopolio del petrolio. Il Governo si attaccò ali' idea diventata ormai popolare, e sembrò riuscito il giuoco de-Ila. Deutsche Bank, · che voleva imbrogliare i suoi contraenti americani e migliorare i propri affari. Ai magnati tedeschi del petrolio veniva l'acquolina in bòcca nel pregustare i giganteschi profitti, che avrebbero potuto stare àlla pari con quelli dei fabbricanti russi di zucchero. Ma a questo
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