Adolfo Rossi - Alla guerra greco-turca (aprile-maggio 1897)

La vi/o oJ campo Come mi pare d'avere scritto ieri, il panorama c:: he si gode da Domokò è s uperbo: si ha sotto g li occhi la immensa vallata in cui g iacciono Farsala e Larissa, in fondo le montagne della Macedonia, a destra quelle dell'Epiro e dell'Albania. Le truppe greche sono scaglionate lungo i fianchi della montagna e distese ai due lati alla difesa dei due punti che il nemico tenterà di passare. Neppure oggi però i turchi si fecero vivi: solo ieri vi fu una insignifi cante scaramuccia. Due turchi, che facevano parte d'un drappello di cavalleria in esplorazione, rimasero uccisi. Questa lentezza nell'attacco s i spiega col tempo che è richiesto per sceglie re bene le posizioni da occupare e i punti sui quali collocare le batterie. Alcuni parlano qui al campo g reco di un a rmistizio imminente, altri lo dicono un semplice deside rio di chi è stanco della guerra e vorrebbe andarsene: in conclusione non si sa nulla; ma è positivo che i turchi len tamente si avanzano : anche oggi si vedeva una casa incendiata da essi a nord di Domokò. * i\ mezzogiorno Ricciotti Garibaldi fu invitato a colazione dal principe insieme col deputato greco conte Roma.

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