Alessandro Tassoni - I dimenticati

l Di11~enticati 63 sacmta vigliaocament e, se anche allora lo %ima non fosse accorso spontaneo, sprezzatore della morte, é\ difenderla. Bello e divino è morire per la patria, ma, quando nei supremi istanti d'una lotta .inegli~le e Graenta., di cui gii. si pr$Yede la fine, la .mente si ~onserTA serena1 éome la coscien~a di... chi ~combatte le sante battaglie della giustizia, il braecjo fermo, l'occhio vigile, iJ petto pro:ato a ricevere il piombo sti·aniero, allora non è più grandez~a d'a..'limo, è Groismo. E lo Zima, nella dìfesa della povera vedova e degli oc.. fani fanciuHi si mostrò a l pa1·i valoroso di quando difendeva la patria in pericolo in sugli spalti della città. Frattanto il meschino giovane non s'accorge (che troppo tardi), di css,ere stato aspet•so di acqua resinosa: gli austriaci gli danno il fuooo, poi, tutto in fiamme, f.ra gli ) spasimi dell'agonia, lo spingono fuori di quella casa. Allora lo Zima, furente della viltà compiuta su di ltli, s'avventa ad un nemico e gli si avvìticchìa addosso, per modo che ar.3ero e morirono insieme. Già son due confusi in uno E una fiatnma sol si mira, Che òné v<Jlte e tte si aggira B poi ctoscia in sul t-et-ren. Sp~nto il foco, in sùl croato Veggon Zhna !n atto sttan~ : Sotto è il barbaro, e la n1an6 ·. Zima al cranio ancot gli tlen, ~{ERCAN'riNl, Canti a 'fltò Sp/3ro Simili esé1npi d.i ·fortezza d.'anifiiò cllnglùntl ~ll~éròismo

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