Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-( 90 )- truppe imperiali si fermeranno nei loro . movimenti, e quell e che già passarono la Sesia rientreranno nel territor io accennato di sopra per la occupazione milita re. « Questa fu la convenzione militare stipulata nel 26 marzo 1849 , Sottoscritta da S. M. il re Vittorio Emanuele II , e dal Maresciallo Radetzki. Le paure e i sospetti erano grandi in Torino, alla notizia della sconfitta e dell'abdicazione tenne dietro quella dell'armistizio molti parlavano di sforzi estremi e di nazionali rivolgimenti, per salvare l' indipendenza del Piemonte e dell'Italia, ma il popolo era scorato, confuso, abbattuto, non disposto a sacrifizj che pareano senza speranza. Mentre tante angosciose incertezze duravano, pubblicavasi un • bando del duca di Genova, nel quale erano notevoli queste parole « Stringiamoci intorno al nuovo re degno emulatore dell e virtù paterne nelle battaglie ed integro custode delle franchigi e c~ostituzionali sancite dall'augusto genitore. • Vittorio era&i recato a Torino essendo iYi la sua presenza in· dispensabile per porre termine alle agitazioni che un dì più che l'altro di ventavano minacciose e pubblicò il bando seguente : Cittadini. Fatali avvenimenti e la volontà del veneratissimo mio genitore mi chiamano assai prima del tempo al trono de' miei avi. Le cireostanze fra le quali io prendo le redini d.el governo sono tali ehe senza il più efficace soccorso di tutti difficilmente io potrei com·piere l' nn ico mio voto, la salute della patria comune. I de- :, tini delle nazioni si maturano nei disegni di Dio , l' uomo vi abbia tutta la sua opera, a questo debito noi non abbiamo fallito. Ora la nostra impresa debb' essere di mantenere salvo ed illeso l'onore, di rimarginare le ferite della pubbli ca fortuna, di consolidare le nostre iMituzioni costituzionali. A questa impresa scongiuro tutti i miei popoli , io mi appresso a darne so lenne giuramento ed attendo dalla nazione in ricambio aj uto , affetto, e fiducia. » E la parola ch'egli volgeva al popolo in quelle fortunose circostanze serbò geloso e si costituì luminoso esempio di fede, come nelle venture pagine vedremo. . . Accennammo più sopra come Radetzki avesse insultato Carlo Alberto; ora riproducendo il manifesto per lui indirizzato al suo esercito quando gli venne denunciato l'armistizio chiaramente si scorgèrà cosa sia l'Austria e quanto il livore che nutriva contro la casa di Savoja e specialmente contro il magnanimo Carlo Alberto. Soldati. Nel momento in cui debbo un' altra volta trarre la spada per

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