Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

l . -( 29 )- strada uno fu ucciso e r altro si diede a precipitosa fuga. Nel forte del!a. cittadella e per le grida e reaz ione de\ p0polo non si pensò più ad eseguire la mossa sopra Al essand ria. ll re ondeggiava fra di \'ersi anisi, e finalmente ordinò che le schiere rimastegli fedeli si radunassero a campo in Asti, e non appena a\'ea emanato quell 'ordine che il ministro della polizia conte Lodi gl i assicura\'a tutte le prorincie essersi ribellate, trentamila contadini in armi avvicinarsi alla capitale. Se il ministro fosse ingannatore od ingannato non si seppe, ma certo si è che gli amici e parziali dell'Austria conginrato a''eano per anticipare la successione al trono in Carlo Fèlice, e quindi fargli abolire la legg~ salica per far ricadere la corona sarda nella farr.iglia del duca di Modena. Vittorio Emanuele spaventato dal presidio della cittadella che a"ea dic.hiarato se al nuoYo giorno non era pubblicata la costit uzione si sarebbe posto in uso le bombe contro la città sp into dagli avre~.imenti e dai cCinsigli de' ministri e dei dignitarj che l' attorniavano risolvette di rinunziare la co rona. Maria Teresa usartdo dell'influenza che esercitava sul marito rol ca per sè la reggenza, ma Vittorio fu su questo proposi to fermo nel ni ego, e nella notte seguì l'atto di sua abdicazione in favMe di Carlo Felice, che trorandosi a Modena era al ~icnro d'ogni insiùia e circondato dalle baionette dell ' Austria, e per l'assenza del fratello ncnninò reggente il principe di Carignano. L'abdicazione di Vittorio destò rammarico nei liberali persuasi che se fosse ro riusciti a fargli giurare la costituzione egli sarebbe stato ' incapace d' esse c spergiuro come il re di Napoli, o l' imperator d'Austria, quanto sia stata dannosa l' abdic<tzione di Vittorio alla causa italiana lo chiariscono le parole di Santa Rosa « O notte del 13 marzo, egli esclama, notte fatale alla mia patria che tutti ci sgomentasti, che tante spade levate in difesa della lihertà spezzas ti , che tante speranze come sogno dileguasti ? La patria eol re non cadeva, ma questa patria era per noi nel re anzi in Vittorio Emanuele personificata. • Se afflitti erano i liberali per l'abdicazione a converso gli avversari della costituzione tripud iavano, imperocchè Carlo Felice duc1 del Genevese raccoglieva le speranze loro ed i loro rancori, devoto a casa d'Austria avido di assoluto impero, odiatore d' ogni liberale istituzione, egli era andatCI a Modena per abboccarsi con Ferdinando re di Napoli reduce dal congresso di Lubiana ove rimase per qualche tem,po. Nella mattina del t3 Marzo si pubblicò in Torino l'abdicazione del re, e tutti ansiosi aspettavano che fo sse promulgata la costituzione di Spa~na.. Ma veggendo che la medesima non compariva

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==