Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-( 126 )- Boma, non seminano 1' irritazione contro la. Francia e que:;ta è pure una sciagura per noi che era,·amo abituati ad amarla ed a .:;perare in lei. Voi avete presentato o signore ùelle proposizioni. Queste proposizioni sono state dichiarate inacr.ettabili dall' assem· hlca e noi non dobbiamo più occuparsene. Oggi voi ne aggiun· gete un'altra alle rigettate. Tale proposizione viene a dirci che la Francia proteggerà da qualunque invasione straniera tutte le vart i del territorio romano occupate dalle sue truppe. Voi stesso o signore dovete comprendere che ciò non cangia punto la nostra posizione. Le parti del territorio, occupate dalle nostre ~ruppe sono protette di fatto, ma (Juanto al presente a che riduconsi esso? Quanto all'avvenire non abbiamo altre vie aperte alla pro1czione del nostro territorio che abbandonandolo tutto intero a • voi? Il nodo della quistione non è qui. egli è nella occupazione dì Boma. Questa domanda formò fino ad ora la condizione princi pale di tutte le proposizioni presentat~. Ora noi abbiamo l'oIlOre di dirvelo, signore. Questo è imposs ibile. Il popolo non ne con~e ntirà giammai. Se l'occupazione di Roma non ha altro scopo che quello di proteggerla, il popolo 'i esprimerà la sua ricono· ~cenza, mtt vi dirà chè capace ·di difender Roma colle sue proprie forze crederebbe disonorarsi innanzi a voi, facendo atto d'impotenza e dichiarando ehe abbisogna di pochi reggimenti francesi per difendersi. Se l' occupazionP- ha per iscopo (non piaccia a Dio) un pensiero politico, il popolo eh~ si è liberamente dotato di istituzioni non può assoggettarsi a subirla, Roma è la sua capitale, il suo palladio, la città santa. Ei sa bene che posti anco da parte i principj ed il suo onore ~tesso in qualunque occupazione della sua città v'è alla perfine la guerra civile. Egli diffida d'ogni insistenza. Ei prevede, che ricevute una volta le truppe, seguiranno cangiamenti negli uomini e nelle intenzioni, cangia- 'menti che tornerebbero funesti alla sua libertà, ei si sente che in presenza di straniere baionette, la indipendenza della sua assemblea e del suo governo non si ridurebbe che ad una vana parola. Civitavecchia sta assiduamente innanzi a' suoi occhi. Su questo conto, o signore credetelo pure, la !'Ua volontà è irremo- ,· ib ile, pria che sottomettersi si farà trucidare di barricata in barricata. I soldati della Francia vogliono e possono trucidare un popolo fratello, che vengono a proteggere perchè non intende di abbandonar loro la sua eapitale? Per la Franei<J, non v' ha che tre parti a rappresentare negli stati romani. La Francia deve dichiararsi per noi, contra noi, o neutrale. Dichiararsi per noi, gli è riconoscere formalmente la nostra repubblica, e combattere gli austriaci al fianco della nostra truppa. Dichiararsi contro noi gli è un distruggere la libertà, la vita nazionale di , un popolo d'amici e combattere a fianco degli austriaci.

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