Il ritiro delle truppe dall'Africa - Andrea Costa

profondo. Adora la fonna e, parli o scrin, ambisce di pal'lare ele– gantemente, nitidamente di scch-ere. Talvolta ha velleità di pedante. In carcere, oltre cho imparar lingue, ha pure composto versi e rac– conti che, per nltro, non pubblica, mentre pubblicabili sarebber.o. Certi suoi versi di amore hanno una soavità che pare poesia del trecento. Certi altrj, di argomento sociale, hanno la intonazione sarcastica e ironica del Heine. Fin quì ha parlato lo storico, o, più umilmente, il cronista. La– sciate ora che dica una parola l'amico. Andrea Cost:i. è buoao e gentile, è affabile e mite. Ei non farebbe male ad una mosca, ei si leverebbe la camicia di dosso per darla amorosamente a chi non l'ha. Di vizi io non gliene ho scoperti uno. Poco beve e non fuma. Nel parlare ha pudori di fanciulla. Deputato, è sempre il modesto giovane di prima. L'onore della deputazione non gli ha mcooma– mènte dato alla testa. Vive in Roma in grande economfo e si tien sù con quel poco che ritrae come segretario di non so qu~le asso– •iazione. L'altra sera l'ho vist•>partire per Imola: aveva il cap– potto ripiegato sulle spalle e si portava. da sè la nligia da viag– gio, come uno studente che va a casa per le vacanze, come un o~ pera.io che torna dalla campagna dove fu a lavorare. GIACINTO STIA VELLI co

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