Raffaello Morghen - Ernesto Buonaiuti

aveva attinto e rafforzato la sua fede nelle possibilità d'attuazione del suo programma d'azione religiosa. Egli si gettò quindi nella lotta con l'entusiasmo e l'esuberanza del suo temperamento e forse, nell'ardore della lotta, andò qualche volta oltre il segno, e perse il senso della misura e il controllo della sua penna. Il Programma dei modernisti e le Lettere di un prete modernista) stampate anonime a dif~sa di quel programma, danno, per la stessa confessione del Buonaiuti, testimonianza di ciò. Senza voler rifare la storia del Modernismo e della crisi che investì la vita della Chiesa cattolica al principio del secolo, basti tuttavia fare due constatazioni. La prima è che la crisi fu molto più profonda di quel che a molti non parve, anche se limitata prevalentemente al ceto ecclesiastico. L'atteggiamento di liberalità nel campo degli studi, attuato da Leone XIII, aveva incoraggiato nel clero cattolico un vasto movimento culturale che già, ai primi anni del pontificato del successore, aveva dato i suoi frutti. Specialmente in Germania e in Francia, un clero colto e preparato (basti a questo proposito ricordare Luigi Duchesne) teneva testa alla cultura laica e protestante nelle questioni di storia della Chiesa e tentava accordi tra il mondo della tradizione religiosa e i valori della cultura laica, che apparivano 18 BibliotecaGinoBianco

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