Emidio Zoli - Sul commercio de' grani nello Stato pontificio

56 la faci lità di prendere il genere dove era in abbondanza c portad o dove ma~ca~a ; e· noi vorremm~ neutralizzare gli effetti salutan d• opere tanto magn.tìche, e dispendiose? Cecità è questa inesplicabile, e che se può perdonarsi alla gente del pop_olo che poveret.la non 113 potuto studiare, non può fars1 altrettanto nspello ai 1\lagistrati che hanno obbligo espresso di conoscere i veri interessi degli Amministrati, e segui rli e propagadi e volerli, non ostante l' opposizione che qualche volta s'incontra nei prcgiudizj del popolo istesso. E se non hanno fatto gli studj, o sentono di non avere la forza necessaria pH ispargerne il frutto, rinuncino agli onori, ed ai gradi, c lascino ad altri la cura della cosa pubblica. li Governo ha ad essi insegnata questa via: la ballano, c ananno gli elogj dei savj, e le benedizioni di Lulti i buoni. Pop. Che pezzo di predica Signor Parroco! come si è riscaldato nel discorso! Le pareva forse di essere nel pulpi to eh? Perchè non le dice queste cose quand'è nel pulpito? Sa Ella che effetto farebbero! Se t utti le sentiranno come me , la sua causa è vinta. Le dica, le dica Signor Parroco; mi faccia questo piacere. Parr. Le dirò, e ne aggiungerò delle altre se occone. Per esempio, vi par poca crudele l'idea di negare ai Veneziani i nostri cereali? Oltre essere essi pure uomini e cristiani come noi, oltre es~ere italiani, oltre avere fra loro molta gente del nostro Stato, non si pensa ai grandi e generosi sforzi che essi· fanno per l' indipendenza nazionale? E noi per tutta gratitudine dovremmo farli morire di fame. as;ociando cosi la nostra azione all' azione del tedesco? Nuovo genere di patria carita sarehhe in ve1·o! - Queste cose non ommet.terò di dire; ma che potrò fare io solo? Sarebbe necessario che le dicessero tuili gli altri Parrocl•i, i Vescovi, i 1\lagistrati, i Con-

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