Emidio Zoli - Sul commercio de' grani nello Stato pontificio

46 che ha rumoreggiato senza giusto mot ivo ; po~ delle Autorit i 'Iunicipali, che si sono spaventate e sr spaven ta no ai r·umor i del popolo; poi del Governo che non ha saputo resistcr·c a queste e a que.llo. Eppure .fra i pr~­ cctti della scienza di governare vr è quello d r far·e rl bene del popolo ancl re a costo di dispiacergli , e d i affron tare le sue esigenze quando sono contrarie al suo bene. Pop. Quante cose s' imparano Signor P a rroco parlando con Lei ! Chi av rebbe mai dello che le denuncie tanto r accomandate erano piuttosto un male che un bene ? nessuno. Chi avrebbe mai detto che obbligare i possidenti a vendere a un prezzo limitato.... l\Ja a proposito Signor Parroco, Ella nel suo discorso non ha mica parlato di questa Legge! Ah voleva ben dire io..... d i questa uon su ne può dir male, salvo che offende il dirilto d i proprietà, di cui mi pa dò l'altra sera; rua del resto s•rcbbo una Legge sautis.ima. Parr. All' opposto mio caro; è una Legge che può là t· mori r· di lame t utta la gente, quando non sia inutile. Pop. Anche quc;ta!... Oh per bacco starei q ui fino a dimani per ascoltar lei, per pensarci sopra, e persuadcrmene. Parr. Non c'è bisogno di tanto tempo : mi fa specie anzi che nella vos tr·a mente non abbiate vis to contro questa L egge altra ragione che quella relativa al <l iritto d i proprietà; la <1ualc gia basterebbe essa s tessa. 1\la io \ Oglio darv i un prec~tto generale che può sen irvi di regola per tolta l ~ ~·ta. =Quando vedete che una Legge lede un princ•p•o lllconcusso, sacro, come il dirillo di propr ietà dite subi to fra voi: la Legge nou è solo rigettabilc ~crchè fa olL•afa;io a questo dir itto, naa perché si oppone ~ltr~s ì a tullc q~c.ll c ragioui per le t{uali la propr·iclil e drvenuta un d1n tto sacro, inconcusso; per cui se non ci fosse q uesto diritto noi non avremmo pane pet· vivet·e,

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