Romolo Murri - La Chiesa e il collettivismo (contraddittorio Murri-Bertelli)

-54E passo alla secrnda parte, accennandobrevemente: - I Santi Padri la Chiesali ha santificatiperchèeranomolto buoni ed alcuni erano anche molto dotti; ad ogni modo sono innumerevolii volumi che i Santi Padri hanno scritto, e se si va a togliere tre o quattro frasi di cui il senso è discutibile, niente si può dedurre; nè voi potete venire ad oppormii Santi Padri a nome della religione medesima.Ma una certa libertà di dottrina c'è anche per noi, e se anche alcuno di noi volesse prendersi il lusso di credere che la proprietà collettiva sia possibile, in linea astratta, si prenda questo lusso, ma noi dobbiamoritenerla impossibile II concettodi classe poi è un concettoche riferisce la varietà di graduazioni nella vita sociale e noi sappiamo che nella società cl è divisionedi uffici. Aristotile appunto diceva che ci deve essere questa divisione di uffici nella società: e noi crediamo che su questa divisionedi ufficidebba anche stabilirsi una certa divisionedi associazioni, le quali sarebbero le classi; ma non parliamo davverodi classi nel sensostorico, in mododa dire, per esempio,chesia necessaria l'aristocrazia terriera come esisteva in Francia nel secolopassato. Ma tutto passa in questomondo,p·assanoanche le classi; quello che non passa dai tempi di Aristotile in qua è la differenza di contributo che ogni uomo porta nella società e la differenzadi posizioneche nella società nasce da questa differenza di contributi. San Paolo diceva che il lavoro è necessario per tutti,. e chi non lavora non mangia. San Paolo, o noi lo -accettiamo, intese il lavoro nel senso più largo; noi non diciamo che gli uomini si mettano le mani in tasca e prendanola vita come un comodomododi godere: noi diciamo che tutti lavorino, che tutti contribuiscano in qualche modo nella forma, nella quale voglionoe possono,all'avanzamento comune. Questocanone noi lo vogliamo,ma crediamo impossibile che la stessa madre socielàstia sera per sera a pagare a ciascunoquelfo che ha lavornto in modo che ogni uomo si trovi di fronte alla stessa società sera per sera e regoli i suoi conti colla intera società,ma noi ammettiamoil gran criterio m~rale che ciascunodeve partecipare alla produzionesociale. Ed anche, Signori miei, ricordo ora una obiezioneche mi faceva il mio contradittore sni Santi Padri, laddove diceva che l'uso delle cose deve essere comune. Io ho con ciò occacasione di illustrare così di passaggio uno dei cardini fonBiblioteca Gino Bianco

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