Camillo Marabini - Dietro la chimera garibaldina

-{i(\- giunto, JH'r un nonnulla, di andare, di notte com'era, alla stazione. che e lontana dalla eillil almeno tre o quattro <'llilonwtri. l'n r>~pitano, il De Andrei~. ha tentata un'ossf.'rvazione, al ehe l'eppino !m risposto sc<·eo ('d arrogante : - Io non dliPdo consigli, dò ordin i. JG, c-on un cenno imperioso, ha ordinato all' orc·hc,tra, eh<• avcnt cominciato l'inno di Garibaldi, di smettct la. La seri\, nei corridoi del noslro /uite/ . non abbi:uno parlato d'altro. Tutli abi.J i<lmo garPggi<1IO in propositi <·atastrofici, dicendon<> di cotte e di l'I'Udc nei rispl'lti del nuovo venuto. ~e segu ita rosi, abbiamo spergiurato, domani altro pronull(:iamPnto! l.al'i~sa ':Jl 1\ orembre. l'eppino ha cambiato tatti<·a .<·on noi. Si vede ehe il V<'('ehio Ricciotti, il quale, in quan to a volontarii, ne sa più d i lu_i, lo ha indotto a più modesto consiglio. Oggi abb iamo ospilc in Larissa un autentico ferrov iere delle Ferrovie dello Stato... italiano. J~ venu to fin qui, <·on in <-apo il berre tto rcgolamentan•, per condurre via un suo fi gliuolo, un Si<' iliano, di c ui non rammento i! nome, il quale fa p<trte della <'ompagnia ital iana. Povero padn' e povero fig lio! Ne hanno dovu to sentire di parole poco rortesi, ne hanno dovulo subire di oc-chiate di scherno da tuili noi! C'arocc-etto, che, ogni tn• o quattro ore, riceve un telegramma dalla madre nel quale. con voce accorata, gli si ingiun~e d i tornare subito a Roma, emerge per noi ,tltezza dell'e roismo. Ogg i non s iamo liel i. Abbiamo visto arrivare da Florina, che pt·oprio in questi g iorni è stata presa dai greci, una torma di prigionieri lur<'hi lacer i ed affamati. Si rac<:ontano tra noi , a bassa voce, episodi i rac-ca - pric<-ianti della ferocin g reea.

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