Camillo Marabini - Dietro la chimera garibaldina

forte di 1.">00 uomini, è già sulle linea del fuoco, in ~lacedonia; il nostro lo segui rà prcstissimo, chè i volontari hanno già manifestata in modo reciso la propria ferma volontà di partire e di partire p<"esto. Le compagni r sono quattro: ognuna di esse conta l:?.) uomini, ed è suddiv isa in quattro plotoni. La prima compagn ia è composta eli lutti italiani. Capitano è il veneto Della Valle il quale dcn• sudare dieci camice al g iomo per tenere a freno i suoi irrequieti e tumultuanti soldati. Poi vengono il tcm•nlc Cipriano Fal'- chin o?tti. il noto g iovane lombardo, anima di fanc·iullo C' ternpm eli Icone, il tenente Ottorino Marolli un emil iano conosc itore valoroso di tattica militar<?, il tenente l'go Gorgatti romano, il sottotcnenle Uiuseppe ~alvator i eli :::>ant'.\l bc rlo in quel eli Ravenna Pcl il marcsc-icllo i\fario Azzone pur esso ravennate. Trombettiere Gi useppe Tomassini eli .\!bano Lazialr del quale facemmo la conoscPnza m•lla riWlhu'e a bordo del Bulgaria. Sergente Fram·csco Falconcini romauo giovane clisc·iplinalissimo e lig io alla regolarità del S<'rvizio. Caporale L'go Baldacchini anch'esso romano, svelto c giovaoissirno. figlio d i un brillante giornal ista della capitale. Ed eccomi alfine alla goliardica conge ri r dei sold<tti se>rnpl ic i: Il gruppo dci romani è costituito da Agostino Barbelti, il quale ha lasciato il tavolo bu roc·ratico al Mi - n istero della Pubblica Ist ruzione al primo squillo di lromb;l, Pietro Carocci, Ca,·occetto, corrispondente dell ' .l vanti, e legan t issimo, con un fazzolettino bianco profumato eternamente al taschino, Giuseppe Di Lullo arr i~ta futuri~ta e soldato sempre rumoroso e rivoluzionario. Aristide Jèa(- torossi venuto, fedelf' all 'amic·izia ed alla fede comune, a sc.~ uire la sorte del suo fido amico Falc-oneini, Enrico Rosse>lli un g iovinetto appena sedi cenne che conobbi a Roma socio del Circolo il • Do>ere • c c-he mi fu compagno nella fort unosa partenza del Bulgaria, Costante Garibaldi modesto, buono e valoroso ed Ezio Garibaldi appena diciottenne ma degnissimo prosecutore dell'avita tradizione. In-

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