Camillo Marabini - Dietro la chimera garibaldina

- 27Cur{ìt, J(} Xol'cmln·e . Nel mcrigg-io sfolgorante di sole siamo g iunt i "Corfù. Or mi sovviene d'aver udito, non ricordo dove e quando come spesso av'l"eng~ ai marinai siciliani, tomanli a vespero verso l'isola loro, di avvertire la vicinanza drlla terra, prima ancora di scorgere a t traverso le brume i contomi dei monti lontani, dall'efHuvio degl i aranceti che si protende nel mare quasi a salutare, bcnaugurando. colui che ri torna. Cosi a Corfù. È novembre. è il mese che i poeti han detto il mese del p ianto. Pure la vie sono dovunque p! ofumate di fiori , i negozi adomi di frutta. )li sembra quasi d'essere entrato in un grande serra costruila dal capriccio di un miliardario. Appena giunto il Bulgw·ia è stato circondato da uno sciame di imbarcazioni gremite da cittadin i greci, i quali hanno improvvisata una entusiastica dimostrazione al grido di Evriw l'italia ' E vvira Ga1·ibaldi . 1 Da bordo i volon· tari rispondevano con nutrite evvi\•a a lla Grecia . LI capitano del porto ha praticato una minuziosa visita a bordo. Ora ricordo che a Brindisi, nel buio della sera. vidi salire due soldati turchi prigionieri legati al braccio tra loro da una catenella: essi, mi si disse. vroivano ricondotti a Costantinopoli per efl'etto dell 'avvenuta pace di Losanna. Poi seppi che i grei'i che viaggiano <·on noi avevano tumultuando protestato presso il capitano minacciando d' uccide re in alto mare i due disg razia ti, cd i prigionieri, t remanti c stralunati, furono fatti sbarcare. È il primo episodio d' odio che di colpo si ri\·ela dinanzi ai mie i occhi. De bbo confessare che sento un v ivo senso di prna s tringermi il cuorr. l~ questa la g uerm? Evidentemente il capitano del porto vuole accertarsi se viaggiano con noi degli ottoman i che rimpat riano. Ed ogni angolo della nave è visitato. Quando i funziona ri greci g iungono nel luogo ove sono raggruppati i ga l'ibaldini, quelli, scorgendo una minuscola

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