Camillo Marabini - Dietro la chimera garibaldina

- 11~ - Cosi si segue, al lume di queste fi accole Yegetali, vcr~o llft•fzovon. Adesso i cadaveri s'incontrano ad ogni piè SO· spinto. ;lon si son dati cura disotterrarli. Ci penseranno i lupi ed i con·i. Alle no1·e della sem arriviamo a i\LetYol·on. N!?ssuno sà darci notizia di Peppino e della rima· nrnte partt• del bHtt;~glione. Camillotti si ferma alla prima capanna. lo ed il capi· t:tno Pic·cini d preoc·cupiamo, innanzi tutto, di trovare al· loggio per i sold<\li. Oopo lungo peregrinare tro1·iamo una s tanzctta nel c.totcllo, f~ti'Oritaci dalla C'ortesia del <'apitano Costa. )la ora bisogna Jll'nsnre a noi. E rimediare un qual· sinsi giaciglio si appalesa subito un tentatil·o quasi impossibile. Per fortun;~, quando, già scoraggiai i, st iamo per raggi un· gerP i ,·oJontnrii, inc·ontriamo un sergente greco. Esso parla italiano e s'ofrl·e subito d'accompagnarci in una casa. Con squisita cortesia quPsto sold<1to di He Giorgio ci ac· ccmpagna ~ ci raccomanda caldamente a coloro che c i ospiteranno. Infatti s iamo trattat i come principi. L'uoco per risealdarci, (·opertc per eoprinci e, per di più, came IIIToslo, e perfino, delle uova difficilissime a troYarsi in queste montagne. Non nutiH:a neanche il c·nffè. H padron di casa si scusa di non poter fnr di meglio e, con larghi gest i e commozione di eloquio, ci esp1 ime la sua immensa gioia nel poterei essere utile. ì\Ia noi abbiamo sonno c chi~d iamo di rimaner soli. Poi, qua>i di sch ianto, ci gettiamo sui tappeti febbrilmente anelanti di sonno c di riposo ~1Let:orou, /-1 dicemln·e, sera. A i\letZI'ovon di<'ci g·iomi fa eomandavano i turchi. An· cora l'i bra, dunqur, nell'aria, la battaglia, ancora nell'animo di questi C'ittadini, liberllli, ft·eme il r icordo della vigilia incerta e minaeC'iosa, de'Ila grande ora della Yittoria e dell'ansia, e la tema de i furiosi contrattacchi.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==