Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAPITOLO Al NERONE. Fanciulla del dolore, o tu che sai Piacere anco sepolta, e ricoperta Dal silenzio di trecento anni, bella Sai tornare alla idea come nel giorno Che te lo Amor rapiVa, o tu delizia Dei racconti di queste itale care Fanciulle, che spirar sal dalle stesse Dipinte tele, onde l' occhio fatato Dal tuo sguardo, in imago ancor ti cerca Rediviva per Roma, abbi il mio pianto. AirFosst, Beatrice Cènci. Era bella come il pensiero di Dio, quando mosse innamorato a creare la madre dei viventi: — era cara quantò i suoi ricordi. L' Amore con le mani di rosa delineò le curve soavissime del suo volto dilicato; ed appoggiandole il dito sul mento per contemplare la sua gentile fattura, vi lasciò la fossetta; — segno veramente di amore. La sua bocca rassomiglia un fiore testò colto in paradiso, tutto fragrante di divinità; la quale diffondendos'i intorno alla persona fa reputarla non terrena creatura: cosi gli antichi cantarono, un senso di ambrosia rivelasse ai mortali la presenza di un Dio. I suoi occhi spesso cercavano il cielo, e lunga pezza ve li teneva fissi con immenso desiderio, sia per contemplare la patria, della quale ben presto tornerebbe cittadina; sia per iscorgervi spettacoli misteriosi rivelati a lei sola; sia, finalmente , che l' amata immagine materna quinci con la voce la chiamasse

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