162 BEATRICE CÙNCI un pilastro ail' altro erano coperti di specchi alti meglio che otto braccia; ma perchè arte, che allora fioriva a Venezia, non sapeva anche fabbricarli di un pezzo solo , erano connessi insieme in più frammenti; e per cuoprire le giunture con leggiadro trovato vi avevano dipinto amorini, e fronde, e frutti, e fiori, e uccellini di varia ragione, oltre ogni credere vaghissimi: otto porte andavano guarnite di - portiere di broccato, di cui il fondo bianco di raso, gli orli in rilievo a fiorami di oro, in mezzo lo scudo gentilizio co' suoi colori bianco e vermiglio. Tutto, insomma, appariva magnifico; stoffe, specchi e dipinti; se non che la pittura, di scuola bolognese, ostentava dovizia, non potendo oggimai più comparire bella nella sua semplicità. La Pittura, toccato ch' ebbe con Raffaello il grado supremo della perfezione, decadde secondo il fato naturale di tutte le cose quaggiù. Però in talune la decadenza avviene inevitabilmente, imperciocchè abbiano perfettibilità definitiva; in tali altre, all' opposto, la decadenza è accidentale, essendo di perfettibilità indefinita. La poesia deve annoverarsi fra le seconde, la pittura fra le prime. La ragione poi della differenza parrni questa, che scopo della pittura essendo riprodurre in imagine gli oggetti, tanto più apparisce pregievole quanto meglio esattamente gli ritrae: Morti gli morti, i vivi parean vivi; Non vide me' di me chi vide il vero (2). Ma la poesia si feconda non solo dalla percezione fisica degli obietti, sibbene ancora da argomenti del pensiero, e dagl" impeti della passione. Irradiando gli occhi, il cuore e lo intelletto con iride perpetuamente screziata di moltiplici colori, fa sì che sempre vani e sempre inesausti si diffondano suoni della lira immortale. Raffaello sta come Signore della Pittura, nè per ora alcuno seppe superano, e forse noi supererà giammai, essendo singolare la via che conduce a cotesta eccellenza. Molti poi scintillano astri maggiori del canto, però che i pellegrini intelletti nello sterminato firmamento
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