Henry Barby - Il martirio di un popolo : i massacri dell'Armenia

I MASSACRI DELL'ARMENIA Trascorso il termine fissato, la popolazione ar- ·n1ena, in scaglioni poco numerosi, inquadrati dai Kurdi e da briganti (leggi gendarmi) è condotta fuori della città e, alla prima curva della strada, cominciano gli 3:ssassinii e i rapimenti. * * * Gli uomini so110 separati dalle compagne e dai figli, le cui grida di terrore riempirono la campagna. A colpi di sciabola, di coltello, di fucile, con mille raffinamenti dì crudeltà, i poveretti fuN rono ammazzati. La terra, l'erba sono imbevute di sangue. I fanciulli, gli occhi spalancati dal terrore, :urlano a più non posso; le donne, supplicano, si disperano, svengono. L'odore del sangue sparso si sente a centinaia di metri. Il macabro lavoro è ben presto finito. Alcuni ultimi colpi di fucile che rimbombano isolati indicano che, di tanto in tanto, un I(urdo finisce un ferito che si ostina a non voler morire. I carnefici, allora, si avanzano verso il lamentoso gregge delle donne, delle giova11ette e dei fanciulli. Le prime, quasi in1pazzite di terrore e di dolore, stringono i loro piccini al seno, vedono venire quei Turchi e quei Kurdi, fra i quali al~uni sono lordi di sangue da capo a piedi. Eccoli fra loro: i loro soldati ar111eni, che venivano irnpiegati unican1ente nei lavori di riattan1ento stradale e di trasporti - circa 180 uomini - .furono condotti fuori della città e massacrati .•. >>• .........4,5ib 1oteoa Gino Bianco ,.

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