Leone Gurekian - L'Armenia nell'anima italiana

39 Onorevole Orlando, un altro ministro del suo Gabinetto, il Meda, assistè a un convegno recente dove io parlai a favore degli armeni, dove parlarono il Di Cesarò e l' Arcà, e il Meda disse, insieme a noi, fervidi eloquenti anguri per la causa degli armeni. Non mancarono a loro in quella occasione nè i favori del cielo, nè i favori della terra. ' Questa è la vera concordia nazionale: si move dalla terra e si va al cielo, ovvero si move dal cielo e si arri va alla terra; e a mezza via ci incontriamo nell'amore dei popoli oppressi. Gli armeni mi pregarono di difendere la loro causa anche fuori d'Italia, e accennarono all'intimità della mia amicizia col ministro clegli affari esteri della Francia, il Pichon, un uomo che non ha mai cessato, nella lieta come nella lrista fortuna, di amare l'Italia e di sentire i legami fraterni che devono stringere queste due privilegiate stirpi latine. Senza la loro assoluta conr.ordia, nuovi guai si prepareranno nel mondo I E Pichon mi rispose: « nessuno più rattristato dì me pei dolori degli armeni. La Francia vuole assicurare la loro esistenza futura fuori del giogo turco». Parole cinte di somma e forte pietà, e alle quali noi aggiungiamo le seguenti: all'infuori del giogo turco, del giogo persiano e del giogo russo, che, a intermittenze, non è meno crudele del giogo turco. Desiderarono anche se ne parlasse con un uomo di Stato insigne, Leone Bourgeois, che, come voi sapete, per incarico del suo Governo, e forse·degli Stati Uniti, sta preparando i primi essenziali rudimenti per la pace e per la Società delle Nazioni. E Leone Bourgeois risponde cosi al senatore Bod.io amico suo e che lo aveva vivamente impegnato per questa nobile causa: « Voi potete « dire al nostro amico Luzzalti che io approvo pienamente la cam- « pagna che egli conduce per la difesa della causa si giusta e si « umana degli infelici armeni. • Speriamo che nella negoziazione della pace e nella indispen- « sabile organizzazione della Società delle Nazioni libere, un conto « giusto sarà tenuto ·dei diritti cli questa Nazione così lungamente << martirizzata e che la liberazione sarà pari alle sue sofferenze ». Io credo che la Camera italiana debba prendere alto di queste mirabili parole di uno degli uomini di Stato i più umani, i più liberi, che ba sentito sempre battere nel suo cuore francese i di1·itti di tutta l'umanità sofferente ! 81b ioteca G1110 Bia'lco

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