Ignazio Cantù - Gli ultimi cinque giorni degli austriaci in Milano

6o zuola, nelle rruali mi è pur dolce ricordar quanta parte abbiano aVL1to due !nici fratelli, uuo dci quali, pio sacerdote , che sull' esempio di tanti altri rnini~tri del Signore, animava l' int re pidezza c la virtù dèi cornbatlenti. Qnante volte ho udito io stesso uscir dalla Locca d'un prete, d'un harnabita , d'un frate ospitalierc, la parola di co· raggio, Iddio vi protegge~ il vostro sangue è sangue di martiri! Furono i sacerdoti che s' incarica rono della guardia civica, essi che col suono delle campane a martello, Latterono i rintocchi funebri della dominazione cadente, essi che alternavano il picto·.;o ufficio di raccoglier l' ultimo rc.-;piro del lllOrcnte, c il cittadino obbligo del combattimento. . Sotto il fuoco strepitoso c assordante d t quella notte dal 2 ~ al ~3, che pareva volesse ridurre tutto in cenere la città, eutraron'o per Porta Comasina questi val orosi nos tri confra· telti , dopo aver pÌtt volte vittoriosamente att<:rrati i cannonieri. Tanto avveniva sulla mezzanotte del :d 1narzo, che sarJ. il dì. più glorioso per Milano, come quello in cui fu Jibcrata da una dominazione tanto crudele! Le orde di B.adetsky furiosameutc dovette ro uscire daiJa città fra Jc 5 c le 6 del mattino, .pagando così il tributo di quanto ci avevano fatto patire. Sgraziatamcntc condn ssero scco ~li~ ciassettc dc ' prigion i~ri che tenevano in castello,

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