Volontà - anno XX - n.12 - dicembre 1967

Z - CONTROVERSIE DEMOGRAFICHE li professore francese Alfrecl Sauvy, uno dei più eminenti demografi, ti è espresso così alla Seconda Conferenza sulla popolazione mondiale organizza– ta dalle Nazioni Unite a Belgrado nel settembre del 1965 (la prima aveva avu· to luogo a Roma nel 1954): «E' possibile trovare diverse ragioni al nostro di· sa.:!.'.".ordo poiché, dopo tutto, nel cuore di ognj specialista, sussistono dei senti– menti che dominano, più o meno coscientemente, .la sua intelligenza. Innan– z1tulto, esistono gli ottimisti ed i pessimisti. Esistono cdlaro. che Gredono nel progresso futuro, prog1·esso che non é ancora realizzato, ma che verrà al mo– mento opportuno. Ed esistono coloro che, come Tommaso l'incredulo, non ere· dono che a quello che vedono e toccano e che dichiarano che ciò che vedono e 1ot..cano non basta ad assicurai·e ai 3 miliardi di esseri umani 2.500 calorie al giorno e tutto ciò che é loro indispensabile». li pw1to di vista dei «pessimisti». In un mondo dove due abitanti su tre sono denu1riti, ogni secondo nascono due bambini. Ciò significa che nell'anno duemila la produzione mondiale di latte, carne e pesce dovrà essere 1riplicata e che, alla stessa data, occorreranno sessanta milioni di maestri (nel 1963: 10 milioni) e sette milioni di medici ( 1966: 1.500.000). Infatti, secondo i calcoli dei demogrclfi, nell'anno duemila la popolazione mondiale (che si aggira attual– mente intorno a tre miliardi e mezzo) supererà, seguendo il ritmo di incre– mento attuale delle nascite, i sei miliardi; secondo i calcoli di John Fremlin, professore di fisica all'Università di Birmingham, se il ritmo in questione non è rallentato, nel 2660 ogni abitante della terra disporrà di 84 centimetri quadra– ti per alloggiare e spostarsi. Con il diminuire, sebbene diverso, della monalità (quella infantile cioè fi. no ad un anno di età ad esempio è pari al 15 per mille in Svezia, al 16 in O– landa, al 17 in Islanda al 17,5 in Norvegia, al 18 in Finlandia, al 19,5 in Nuova Zelanda cd in Inghilterra, al 20 in Australia ed in Danimarca e del 21 in Sviz– zera, ma é del 104 per mille in Equatore, del I16 nel Cile, del 125 in Indonesia, del 134 in Egitto, del 139 in Birmania del 165 in Turchia del 180 a Haiti; ed è di ieri la dichiarazione del dottore lsaltino Costa secondo la quale la malnu– trizione causa annualmente nel Brasile la morte prematura di 300.000 fanciul· li di meno di un anno (I), ed il miglioramento delle condizioni di esistenza, la media di età aumenta costantemente (essa é compresa tra i 70 ed i 75 an– ni, a seconda dei paesi e dei sessi - la media femminile essendo un pò più ele· vata - in Svezia, Norvegia, Olanda, Svizzera, Francia, Danimarca, Stati Uni· (I) ~ La fame caus.i cosl già il 43,5 per cento dei decessi dei barr.bini di meno ùi dodici mesi - scrive il Dr. Costa. Però, questa p;:·rcentual.? non tiene conto che C:eicasi dove la nutri1ione insufficiente è stato il fauore diretto e la causa princip:ile del dece5so ccnstatato. Se dovessimo tenere conto del ruolo della fame come. condizione aggraW1nte della mortalità infantile dovuta a!la desidra1azionc, nlla Polmonite e ad altre malattie. arriveremmo ali!!. constatazione che la man– canza di nutrimento adeguato è interam~te o parzialmcn~e la causa, in 80 per cento dei casi, di morte dei fanciulli in bassa età,. (dnlla stamoa). 678

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