Volontà - anno XX - n.10 - ottobre 1967

voluzione che si era andata elaboran– do per tanto tempo. Nei molti volumi riguardanti la Russia che sono andato leggendo, ho trovato ben pochi indi– zi e comprensione delle vere cause di questo fiasco. Quasi tutti gli scrilli si limitano a dare la colpa ai bolscevichi, e non , 'è dubbio che i bolscevichi me– ritano molle critiche. Ma non si deve tullm ia dimenticare che i bolscevichi non erano tu Ila la Russia; non erano nemmeno l'elemento più numeroso fra i mo, imenti rivoluzionari di quel tem– po. J1 Partito Socialista Rivoluzionario, per e~empio, contava da solo al proprio seguito un numero cli aderenti molto superiore a quello dei bolscevichi. Lo stesso può dirsi dei menscevichi che costituh·ano una froza da doversi te– nere in conto. E, se si vuol sapere la verità, gli anarchici non erano in quel periodo nè nelle prime linee e nemme– no alla testa degli eventi, giacchè, for· se, i bolscevichi non sarebbero riusciti a impadronirsi del potere, come poi fe– cero. Queste considerazioni mi sono sem– brate necessarie prima di procedere al– l'esposi1.ione delle mie impressioni cd esperienze di quel tempo. Giacchè i no– stri ~tes~i compagni - eccettuati, fino a un cerio punto, Volin e Makno, ma compresi anche Emma Goldman e A· lexander Berkman - si sono limitati a criticare i bolscevichi, e sembrano a– ,,er ignQrata la generale cecità dei mo– vimenti rivoluzionari che ::l.\'evano pre– ceduto quell'epica prodigiosa esplosio– ne. Più di tutti devo far rimprovero ai nos1ri compagni, i quali non avrebbe· ro dovuto lasciarsi cogliere di sorpre– sa, poichè, mollo tempo prima della Rivoluzione del 1917, appariva chiaro da qual parte spirasse il vento e che cosa fosse da aspettarsi da tulli i «so– cialisti di Stato•, fra i quali erano i bolscevichi. I nostri migliori pensatori a"e"ano chiaramente preveduto e lu– cidamente spiegato quanto pericolose sarebbero siate le conseguenze se l'u– manità si fosse lasciala condurre dai «socialisti autoritari•. Basti qui ricordare !'aforisma di Ba– kunin: «Il socialismo senza llberla è un porcile•. Nè abbiamo noi dimenti– cato il risultato del contradditorio di Bakunin col "ecchio Licbknccht, il quale, a corto di argomenti ed impm,– sibilitato a confutare la logica di Ba– kunin, esclamò: «Avremo lo Stato, vo– stro malgrado,.. Al che Bakunin ribat– te: «Non ne dubito, ma per arrivarvi avrete sacrificato il Socialismo». Ricordo di avei· letto, cinquanta o sessant'anni fa, un opuscolo scritto da un socialista austriaco (se ben ricordo si firmava •Atlanticus• ), in cui si dc• Iinca"a uno Stato socialista - e quello sembrava il ritratto fedele del regime bolscevico! Di passaggio, voglio qui far noiarc che non si è trattato di conquista del potere da parte dei bolscevichi, ma del potere consegnato a questi sur un vas– soio d'argento. Ecco qui alcuni falli che aiuteranno il lettore a ben com– prendere la situazione esistente alla vi– gilia della Rivoluzione. Lasciando da parte, per il momen10, i partiti liberali e i milioni di persone che simpatizza\'ano con la caduia del regime zarista. v'erano allora tre gran– di partiti socialisti e cibè: i socialisti rivoluzionari con 300.000 aclercnt i. Questo partito era appoggiato dall'cle– men10 contadino russo il quale co– stituiva veramente la spina dorsale del- 553

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